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Tag: martemagazine

Quando due rette parallele si scontrano

MILANO- Quando un libro, un film o uno spettacolo teatrale consentono al lettore/spettatore di guardare ad un problema da una diversa angolazione è sempre un bene, in quanto oltre a rappresentare un momento di arricchimento personale, consente di sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti delle opinioni altrui: sensibilità sempre più necessaria in una società multietnica e globalizzata come la nostra.

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Acustimantico

Gli Acustimantico tornano dal vivo per presentare il loro nuovo lavoro “Tempo di passaggio”. A sette anni di distanza dal loro ultimo lavoro tornano con nuove storie da raccontare. Il gruppo, uscito alla ribalta a cavallo del nuovo secolo e nei primi anni del 2000, non sembra aver perso i suoi fan, pur rimanendo lontani dalle scene, che sono accorsi in gran massa riempendo il Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica.
E il prodotto finale è rimasto quello di un tempo ed anche in questo ultimo lavoro, questo gruppo di “poeti” è riuscito a raccogliere e raccontare le sensazioni e i pensieri dei nostri tempi.

Raffaella Misiti voce
Marcello Duranti sax e altri tubi sonori
Stefano Scatozza chitarre e musiche
Stefano Napoli contrabbasso
Massimiliano Natale batteria  
Danilo Selvaggi testi

Foto di Daniele Rotondo

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Il caffè scorretto

[TEATRO]

1.2ENNA- Se avete voglia di una pausa, ma di quelle esilaranti, ironiche e zuccherine non vi resta che scegliere Il caffè scorretto di Vittorio Vaccaro. Sceneggiata popolare con tanto dialetto siciliano che denota la bravura e poliedricità di questo giovane regista che dal 2006 è a capo della Compagnia Teatro Urlo a Lodi. 

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Le sei facce della colpa

[TEATRO]

il cubo nero1ROMA- Il cubo nero della colpa, in scena al Teatro di Documenti dal 17 al 18 dicembre 2011 – pensato e creato dal drammaturgo argentino Daniel Fermani e da Laura Sales, regista, arteterapista e direttore artistico de La casa de Asterion, centro italo-argentino per la ricerca e formazione teatrale – trova origine  negli anni terribili della dittatura militare in Argentina (1976-1983), ma, per dirla con le parole degli autori, “i crimini commessi quotidianamente dall’uomo in nome di un Potere avvengono su un territorio che non ha confini netti, ma si allarga a macchia d’olio sulla superficie della terra, colpendo una volta più a sud un’altra più ad est…”.

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