ROMA- E’ negli spazi piccoli che voce e chitarra gradiscono esprimersi. Perché l’ascolto è pronunciato, quanto basta, per giungere alle orecchie di chi ascolta. E’ naturale tendere un poco il padiglione auricolare in avanti, così, tanto per sentir risuonare ogni nota.
ROMA- Il prossimo 31 dicembre si spegneranno i microfoni del Notturno Italiano, la storica trasmissione radiofonica della Rai in onde medie, prodotta da Rai Internazionale. Salvo ripensamenti dell’ultimo minuto e a seguito della chiusura di Rai Internazionale, una fetta di servizio pubblico sembra dunque volgere al termine della sua carriera, lasciando sbigottiti i tantissimi ascoltatori della notte che per più di cinquant’anni hanno seguito e amato la musica trasmessa dai tanti speaker, voci amiche, esperti di musica nostrana e internazionale. Ieri sera l’ultimo tentativo per salvare il notturno. Ospiti del centro aggregativo Apollo 11, voci storiche della trasmissione, amici e artisti hanno dato il loro contributo per raccontare cos’è il Notturno Italiano. Noi di MArteMagazine c’eravamo…
ROMA- 16 dicembre 2011. Metti assieme un’orchestra di quaranta elementi (i-Orchestra) e sfrutta la magia delle sette note per accostare loro un quartetto in puro stile jazzistico. La tromba è quella di Fabrizio Bosso e le composizioni indimenticabili sono quelle di Nino Rota, grande compositore di colonne sonore.
ROMA- Beniamino era un uomo buono, ma soprattutto era il miglior clarinettista in circolazione. Benny Goodman swingava prima che nascesse lo swing, raccontando in musica l’evoluzione del jazz negli anni ‘30. Oggi quel clarinetto rinasce nel progetto capitanato da Christian Meyer e denominato con una certa enfasi, il Color Swing Trio.
ROMA- E’ il grand guignol del rock, il manifesto liberatorio degli scolaretti americani in “School’s out” e degli incubi demoniaci di Welcome to my Nightmare, concept album che lo ha incoronato come re dello Shock Rock: é Alice Cooper, e per il pubblico dell’Atlantico Live c’è solo una parola: Paura!
ROMA- E’ giunto dalla terra di Bari per raccontare vizi, frustrazioni e bigottismo dell’uomo moderno, la conturbante e sfacciata mediocrità delle biancaneve di oggi, la folle credulità in quell’apparenza che ci logora fegato e cuore.
ROMA – 3 ottobre 2011. Arriva in Italia quasi sconosciuto nel 2005 con il disco I’m a bird now. Poi i successi nel 2006 con il progetto cinematografico Turning e le conferme del pubblico tre anni più tardi quando presentò The Crying light. Oggi torna Antony Hegarty con la sua voce immaginifica, quasi spettrale e con una rinnovata idea musicale, più colorata e fresca.
Nel garage di casa l’ispirazione e la creatività prendono spesso il sopravvento, quasi fosse una fucina delle idee piuttosto che un ombroso e umido sito dove sistemare la propria vettura. C’è anche da dire che le affinità con la musica, quasi nativa per questo genere di ambienti, sono elettive per quelle menti libere e prive di condizionamenti, che fanno dei propri sogni – e di quelli altrui – una costante e vicina realtà.
ROMA – L’8 agosto dietro il suono degli Earth, Wind and Fire si nasconde un supergruppo targato Al McKay, leader storico e inossidabile della Band che negli anni ‘70 ha dato forma e vitalità al Rhythm’n’blues sfornando ben sette album di vero vinile dal successo strepitoso.
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