Il segreto per guardare al futuro con più ottimismo e coraggio? Semplice, raccogliere le energie positive del passato, rispettare la natura, ritornare alle radici e avere voglia di spiritualità. Questi gli insegnamenti degli Indiani d’America, nuove icone per il nostro Occidente, oggi in crisi di valori che vuole rimettersi in competizione.
Come da tradizione, Maggio è il periodo deputato alla celebrazione di quelle ricorrenze, matrimoni, battesimi, cresime e comunioni, che ci lasciano esangui nel portafoglio, ci vorrebbe una quindicesima per questo mese, ma soprattutto nel fisico, visto che ad oggi non ho ancora trovato una Chiesa con aria condizionata.
Come da tradizione, Maggio è il periodo deputato alla celebrazione di quelle ricorrenze, matrimoni, battesimi, cresime e comunioni, che ci lasciano esangui nel portafoglio, ci vorrebbe una quindicesima per questo mese, ma soprattutto nel fisico, visto che ad oggi non ho ancora trovato una Chiesa con aria condizionata.
Venerdì 29 e sabato 30 maggio il Centro Sociale Sans Papiers (Via Carlo Felice 69b, San Giovanni, Roma) ospiterà ilNever Alone Fest. Ben dodici gruppi della scena hardcore/metal/punk italiana si uniranno insieme ai loro supporters per due serate di musica, divertimento, amicizia e molto di più. Abbiamo avuto l’occasione di incontrare Niccolò CesanelliakaCeppa, batterista degli In Cold Blood, non che uno dei principali organizzatori del festival.
Senza alcuna aspettativa, come credo la maggioranza del pubblico che ha riempito lo scorso 17 maggio il Teatro Biblioteca Quarticciolo, mi sono ritrovata ad assistere ad uno spettacolo che mi ha sorpreso piacevolmente per i suoi contenuti, per la sua varietà, per la sua non formalità e non rigidità. La musica nelle sue forme più svariate è stata la protagonista della serata, insieme a questo teatro che si è presentato con un palcoscenico fuori dagli schemi, regalando momenti indimenticabili.
“Il morso. Un attimo e la Taranta mi ha attaccato. Per sempre. È accaduto qualche anno fa, in un tramonto salentino, quando si sono levati tutti gli odori che sovrastano il mare, quando la campagna ha esploso la sua forza, il suo profumo, quando il sole stava per smettere di essere ed è spuntata quella luce, una luminosità meravigliosa e inspiegabile che è la cifra del Salento. In quel momento è arrivata da me la Taranta. Il morso del ragno”. (Nichi Vendola, presidente Regione Puglia).La “pizzica” è la musica che scandiva l’antico rituale di cura dal morso immaginario della tarantola, il pericoloso ragno velenoso. La tradizione vuole che per liberare la vittima, di solito una donna, si suonassero incessantemente i tamburelli a ritmo vorticoso finché non veniva sciolta dall’incantesimo. Al suono dei tamburelli si accompagnava un ballo ossessivo e ripetitivo, che contribuiva ad esaurire il veleno. Altre varianti della pizzica tarantata sono il ballo del corteggiamento tra uomo e donna e la “danza dei coltelli” anche detta “pizzica a scherma”.
La Notte della Taranta è il più grande festival musicale dedicato al recupero della pizzica salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali che vanno dalla world music al rock, dal jazz alla sinfonica. La grande festa di suoni e di genti – che niente ha a che fare con il rito del tarantismo – ha come obiettivo far conoscere e mantenere vivo il patrimonio musicale salentino. Anche quest’anno, dal 7 al 23 agosto, prederà il via il festival itinerante della Notte della Taranta nei comuni della Grecìa salentina che culminerà nel concertone di piazzale degli Agostiniani a Melpignano. A dirigerla sarà per il secondo anno Mauro Pagani, musicista raffinato – compagno di strada di De Andrè – l’ anno scorso generoso domatore di un repertorio fin troppo ricco di brani. In più c’è una novità: il MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti, farà da scouting per la Notte della Taranta.
Si tratta del concorso nazionale Note per la Notte, rivolto a giovani band che interpretano o rielaborano le musiche di tradizione. La prima band classificata si esibirà sul palco del Concertone estivo di Melpignano, mentre la seconda e la terza band classificata terranno un concerto durante il festival itinerante. Inoltre, le prime dieci band avranno la possibilità di essere pubblicate in un Cd, a cura di Squilibri Edizioni, che sarà diffuso in circuiti di distribuzione nazionale. Il Cd sarà poi presentato al MEI 2009 che si terrà a Faenza dal 27 al 29 novembre 2009 con le band partecipanti. Il termine ultimo per partecipare al concorso è fissato al 30 maggio. Per avere informazioni e per le iscrizioni basta scrivere a: infotnr@gmail.com e consultare il blog.
“Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto” o almeno, secondo il vecchio adagio, dovrebbe farlo. Tuttavia, il mondo del teatro trascura spesso – e colpevolmente – tutta quella vasta fascia di pubblico che, per ragioni di natura economica o culturale, resta fatalmente estromessa dalla sua fruizione.
Il kitsch sembra aver invaso ogni ambito della vita dell’uomo contemporaneo: è il comune denominatore di tante tendenze disparate e opposte, di mode e di linguaggi formali effimeri e contraddittori che si alternano ormai rapidamente, sulla scena dell’arte contemporanea. A differenza di altre tendenze artistiche, il kitsch ha saputo comunicare con l’uomo qualunque, diventando un’estetica di tutti i giorni, adatta a tutti. Il kitsch piace all’uomo di massa perché è fatto da lui stesso, perché è un fenomeno di quantità per definizione.
C’è chi lo maledice, chi lo ignora, chi invece ne ha fatto quasi uno status symbol. Ma c’è anche chi lo usa semplicemente per comunicare arte a quel numero ben definibile di anime che lo popolano e che vengono etichettate come amici anche se al di là dello schermo non ci si è mai incontrati. È un mondo virtuale in cui le facce che si mostrano in ogni singola pagina non sono delle figure astratte bensì tante, mille identità che formano una community diversificata e pericolosamente dipendente dalle possibilità in grado di elargire ai suoi adepti.
C’è un uomo. C’è una stanza, uno spazio. Quell’uomo che vediamo è un artista, ma potrebbe essere un uomo qualunque. Ma quello spazio è unico, solo, definito. I due s’incontrano. Lo spazio è immobile, non parla, si fa osservare. L’uomo invece ha una sua storia, un suo modo di guardare la vita ed è inevitabilmente condannato a sentire le cose del mondo. Quello spazio, qualunque esso sia, sicuramente non potrà lasciarlo indifferente.
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