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100% periferia

n2207-E.Beltramini
[ARTI VISIVE]

n2207-E.BeltraminiROMA- La purezza dell’approccio degli organizzatori del ciclo di esposizioni che per tutto Ottobre si terranno alla Biblioteca della Borghesiana, a Roma, non è quantificabile solo in una percentuale che sembra non lasciare spazio ai grandi eventi museali del centro della Capitale, ma si esprime nel ribaltamento acrobatico di chi lavora, per poter un giorno trasportare tracce di un’alterità marginale, ma feconda all’interno del nucleo culturale e politico della metropoli, e stimoli intellettuali di ampio respiro fuori, vicino ai paesaggi urbani lasciati senza un nome, vicino a chi ne ha bisogno e magari ancora non lo sa.

Questo marchio, in effetti, si propone di avvicinare centro e periferia in un processo biunivoco, per dimostrare che non esistono solo stracciaroli e snobboni, ma che esistono semplicemente fette di popolazione che vengono troppo facilmente raggiunte dal massificato pappone mediatico trash, senza avere la possibilità di essere informati di altre realtà culturali alle quali non è proibitivo avvicinarsi, come qualche trombone salottiero vuole far credere pontificando sull’inaccessibilità della Alta Cultura.

Con una sinergia stretta tra artisti, associazioni, scuole e biblioteche e con l’appoggio di alcune istituzioni, 100%periferia vuole aiutare chi in genere “non vede” a scegliere la Cultura per-meabile, quella che oltre ad aprirsi, viene incontro sul loro territorio a chi avverte sia pur vagamente di avvilirsi nei “non luoghi” del degrado e nella rassegnazione alla quotidianità più piatta. Al contempo, chi crea in queste stesse condizioni un fermento d’idee, d’innovazione, deve essere valorizzato attraverso canali adeguati, in modo da ricucire il tessuto urbano, o per lo meno, restando in metafora, da mettere una pezza alle evidenti differenze in termini di qualità di vita.

Dal 2 al 31 Ottobre 2009, alla Biblioteca di Roma del Municipio VIII Borghesiana, a Largo Mon-reale, sulla Casilina, si succederanno dunque diverse esposizioni. La prima delle quali, “Linee Urbane”, presentava i lavori fotografici di Emanuele Beltramini, Monica Bernardi & Andrea Ceci, e Paolo Soriani. Beltramini esponeva le foto della serie Waiting for – scattate tutte nelle metropolitane di Roma – alcune delle quali avevano nello spazio uno sviluppo orizzontale molto pronunciato, ma tutte sembravano soprattutto esortare l’osservatore a resistere ai flussi frenetici di entrata ed uscita dai treni, parte del pulsante sistema di circolazione di anime e merci che alimenta la città, e prendersi il proprio tempo per una riflessione, una contemplazione. Ma è praticabile il sogno ad occhi aperti (o chiusi) in quei luoghi underground nati per il transito veloce? Ecco che l’artista pone come protagonista di questa trasgressione onirica sempre la stessa fan-ciulla, colta in scatti diversi poi uniti con abili giunzioni. La ragazza, che sembra avere così delle gemelle che la sognano nello stesso sogno, resta fissa mentre un treno sfreccia portando con sè le anime dei passeggeri come nei fotogrammi di un film, oppure resta seduta o sdraiata sulle strette panchine per i passeggeri in attesa escludendo l’invadenza del brusìo delle parole superflue, oppure è ferma nei corridoi in un’inquadratura irreale e simmetrica illuminata da luci artificiali ipnotiche, ad aspettare, aspettare… i momenti ed i pensieri giusti.

Dal momento che una città, anche se estremamente dispersiva come la nostra, è sempre un turbinion2213-M.BernardiA.Ceci in costante movimento di storie, memorie, segni e simboli personali e collettivi, Monica Bernardi col suo progetto Fermata prenotata ha inteso “raccogliere” lo sguardo di un bambino diversamente abile, Andrea Ceci, che all’interno dell’autobus che prende più spesso si soffer-mava immancabilmente ed in maniera quasi esclusiva sulla scritta lampeggiante “Fermata preno-tata”, e ne ha fatto il punto di partenza per un’indagine sulla percezione della periferia da dentro un autobus: gli spazi interni, popolati da un’umanità varia che non riesce ad esprimersi tutta la solidarietà che dovrebbe, restando compagni di viaggio solo per forza d’inerzia, con appena la curiosità di indirizzarsi l’un l’altro sguardi furtivi; gli spazi esterni, con la vista di scorci del quar-tiere Casilino- Prenestino che gli abitanti di quelle zone non avranno mancato di individuare nelle foto con un certo stupore incantato; ed anche il diaframma tra questi due spazi, cioè i vetri dell’autobus, tipicamente segnati da graffiti prodotti non da bombolette spray, ma da graffi incisi da mani nervose e ansiose di lasciare una traccia sulle superfici di quel familiare carrozzone amato-odiato. Intanto Andrea ha ottenuto di aver non solo prenotato la fermata, ma anche di acquisire altre dimensioni della vista, essendo sceso alla fermata dei territori dell’arte, sicuramente più estesi e forse per lui da oggi altrettanto accoglienti della piazza di Grotte Celoni dove quel bus fa capolinea in una luce che nel tardo pomeriggio è bellissima.

Nell’ultima sala, il docente di fotografia (in una scuola di Trastevere: ecco il centro che si sposta) Paolo Soriani offriva agli sguardi ammirati dei visitatori e dei numerosissimi ragazzi della scuola n2219-P.Soriani_2media “F. Ferrara” i lavori della raccolta Percorsi urbani, estremamente raffinati, volti alla ricerca dei valori formali che l’occhio esperto sa individuare anche nelle zone più decentrate, perché molta della bellezza è già nello sguardo di chi la cerca. L’artista si è concentrato sulla segnaletica stradale con una serie di scatti in un bianco e nero che sa d’assoluto, in cui blocca frecce, semafori  e linee tratteggiate o continue, mostrandocele cariche, in una deriva della semiotica, di diversi valori: in parte metafisici, in parte geometrici, forse in fondo alludendo a flussi incorporei che indirizzano la percezione e l’emotività lungo linee di forza imperscrutabili, o a flussi esisten-ziali in cui si concretano nomadismi vecchi e nuovi, e saliscendi dello spirito attraverso momenti che si espandono nel mistero, e cammini incerti che seguono indicazioni stradali le quali sull’ asfalto accidentato si fanno cicatrici materiche, rappresentazioni concettuali erose, appigli per lo sguardo a cui si attacca la speranza di un riscatto dalle “roads to nowhere”.

Anche il video Cities, dello stesso autore, derealizza le trame di una città nascosta in cui solo per un riflesso automatico riconosciamo la nostra: i graffiti, gli scorci che rimandano a Mimmo Rotella, il cemento si susseguono scanditi da un passo che alterna stop & go come un flaneur-automa in incognito tra le poche facce e figure disseminate tra rotaie sfuggenti, in una esplo-razione quieta ma sottilmente intrisa di “quiet desperation”, senza eroismi ma con un accom-pagnamento musicale (di Ralph Towner) che ne sottolinea la sospensione, la fissità prodotta da un vagabondaggio che si srotola lungo prospettive minime ma emblematiche.

La mostra “Linee urbane” resterà aperta sino al 7/10. Quella intitolata “Involo” inizierà il 9/10 (inaugurazione, come sempre, alle 18:00) e si concluderà il 14. “Soffio” durerà dal 16 al 21, e la rassegna sarà conclusa da “A tavola con l’Arte”, dal 23 al 31 Ottobre.

Le curatrici sono Donatella e Carla Pilocci insieme a Donatella Giordano, artista giunta in finale all’edizione 2009 del MArteLive sezione pittura e che figurerà anche in questa veste durante la mostra “Involo”.

Il_7 – Marco Settembre

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