Brian Eno al FUTUROMA
[MUSICA]
L’anniversario del movimento futurista si apre con l’opera musicale di Brian Eno dal titolo Presentism, Time and Space In The Long Now, esposta presso la Fondazione Memmo in Palazzo Ruspoli di Roma, dal 20 febbraio fino al 15 marzo 2009 (ingresso gratuito).
Se il futurismo è l’arte che mescola i generi Brian Eno è colui che ha rappresentato tutto ciò in un’opera che racconta, nella sua plasticità, il movimento e la musica.
“Musica ferma e pittura in movimento” (Brian Eno), la musica come se fosse una pittura che trasmetta tranquillità in un’epoca in cui il movimento è frenetico e funzionale alla sopravvivenza: con “Presentism” l’autore vuole offrire uno spazio in cui fermarsi e rilassarsi.
Su una parete sono posti degli schermi collocati in posizione trasversale per aiutare la pittura nel movimento, una disposizione geometrica che favorisce il senso della galassia dove tutto gira, una tavolozza di sensazioni dilatate nello spazio dell’ascolto e della visione, il tutto con l’ausilio di comodi divani su cui sedersi e poter ammirare l’opera.
Del futurismo musicale oggi rimane ben poco: i futuristi hanno cercato di distruggere tutto per reagire alla cultura del momento e anche la musica è stata sottoposta a ciò, non facendone scomparire gli strumenti, ma creandone di nuovi.
Uno dei rappresentanti di maggior rilievo fu Luigi Russolo, l’inventore dell’Intonarumori, uno strumento che utilizzava per infrangere il muro tra suono e rumore, e per mettere in pratica ciò che egli chiama Rumorismo: una teoria secondo cui ai suoni dovevano essere sostituiti i rumori.
“Intonare i rumori con cui si sveglia la città” (Luigi Russolo), con lo scopo di creare un ambiente emotivo per la ricerca dell’armonia tra uomo e ambiente, umanità e tecnica, natura e cultura. Il tutto per rinnegare l’astrattismo in cui era giunta la musica accademica.
Brian Eno è un musicista e insieme un artista visuale, “ho frequentato la scuola d’arte e, di conseguenza, ho formato una rock band” (Brian Eno), è stato il primo ha comporre musica per spazi non convenzionali “immergendo” l’ascoltatore dentro l’ambiente. Presentism si offre come un invito a colmare il bisogno disperato di fermarsi e calmarsi, una riflessione sul presente in cui ogni “nano secondo” è importante. L’artista è riuscito nello scopo che da tempo tenta di raggiungere: favorire la resa dei sensi!
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