Skip to main content

La musica che viene dal basso

[MUSICA]

‘Santi Arctic Monkeys da Sheffield’ recitano molte band che iniziano a scalare l’impervia montagna di una carriera musicale partendo dalla diffusione dei propri lavori su un social network.
Al britannico quartetto indie-rock, divenuto famoso dopo il passaparola generato su Myspace, non va certo il merito di aver inventato qualcosa di nuovo, piuttosto la realizzazione di un sogno, la concretizzazione di una speranza: la possibilità di emergere nel mercato discografico, senza contratti né grandi possibilità economiche.

Un social network (Myspace è solo uno dei tanti) si basa sulla condivisione, lo scambio di informazioni e materiali multimediali in un ambiente virtuale che, potenzialmente, coinvolge tutti gli utenti della Rete.
Il mezzo internet rende le interazioni immediate e senza confini, producendo fenomeni alternativi al mercato tradizionale, contribuendo al libero scambio di idee, parole, immagini, musica, arte.
Libertà che non ci sono concesse dagli altri mezzi di comunicazione di massa e che contribuiscono a renderci partecipi di una cultura in movimento, capace di scegliere tra proposte che partono dal basso, che nascono dai garage sotto casa e si diffondono nelle nostre stanze.

La sezione musica di Myspace è oramai divenuta un punto di riferimento per la promozione e diffusione di prodotti artistici sul web, ponendosi spesso come anello tra il mercato dei mass media e quello della Rete e contribuendo allo sviluppo di molte realtà musicali e all’amplificazione di nuovi fenomeni editoriali.
Chi ama la musica ha un canale in più su cui scoprire nuove emozioni, chi si trova a leggere per caso il manifesto promozionale del gruppo indie di turno può, comodamente da casa, ascoltare quella band, appassionarsi, andare al concerto, scrivere un commento, interagire con loro.
Quanto tutto questo ci sembrava lontano solo pochi anni fa?

La democratizzazione che i social networks apportano ha cambiato il modo di far circolare la musica, quello di promuoverla e distribuirla, tutto a vantaggio dei gruppi emergenti, che a costo zero possono esporsi nella grande vetrina della Rete, alla mercè del pubblico, primo selezionatore dei prodotti.
Sempre più band riescono ad affacciarsi al mondo “reale” della musica, ma anche se questo non avviene, almeno hanno un mezzo su cui far circolare in tutto il mondo le proprie canzoni, belle o brutte che siano.

Oltre ai famosi e commercializzati Mika, Adele Adkins, Lili Allen, Clap Your Hands Say Yeah e altri amici oltremanica, spesso già supportati da case discografiche in odor d’affari, c’è anche chi, senza etichetta, riesce realmente ad emergere e conquistare anche una piccolissima fetta di mercato partendo da un social network.
Ce l’hanno fatta i Canadians, una delle indie-rock band italiane (very 60’s!) più ascoltate della Rete, che iniziando a promuoversi su Myspace stanno ottenendo un discreto successo internazionale che li porterà tra qualche giorno a cavalcare il palco di Austin, in Texas.

Lo scenario indipendente italiano prende sempre più vita, anche grazie agli spazi virtuali, generando musica sempre più apprezzata come quella dei Jacinto Canek, Belladonna, Ultimavera, The Niro, My Awesome Mixtape.
Band o solisti che siate prendete in mano la vostra chitarra, scaldate le vostre corde vocali, incidete un demo da diffondere su Myspace e un video per Youtube, potreste correre il rischio di avere molto successo!

La musica che viene dal bassoMusica, martelive, martemagazine, myspace, SecondoPiano

Lascia un commento