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Non tutti i rifiuti vengono per nuocere

[LE PROUDERIE]

 

Osservavo lubrico la porzione di pastiera napoletana imbevuta nello Strega. Bordi perfettamente affilati. Come piaciono a me. Avevo chiesto al tizio mascherato da Pulcinella di rimanere accanto al tavolo del bar dove mi ero accomodato in attesa di Carmela. Mi piaceva sentirlo intonare “Maruzzella” e “Cùmme facétte màmmete”. Mi metteva di buon umore.
Non che fosse un abile suonatore di mandolino, questo no. Tuttavia, le melodie si intuivano; il resto lo faceva la voce, così armoniosamente impastata e trascinata. La pizza con pomodoro, mozzarella di bufala e basilico mi veniva un po’ su. Ad ogni rutto avvertivo quel gusto alcalinico tipico dei succhi gastrici. Naturalmente tenevo le labbra socchiuse, emettendo solo una leggera, silenziosa, odorosa fiatata. Lungo la strada sfilava un corteo funebre. Le donne, di nero vestite, urlavano e piangevano. Ricordavano delle flagellanti. Dall’altro lato, una montagna di rifiuti costringeva i passanti a scendere dal marciapiede per superare l’ostacolo costituito da centinaia, migliaia, milioni, di sacchi utilizzati per l’immondizia. Alcuni neri, altri con la marca di un supermercato. Di plastica. Di carta. Cani e gatti si trovavano a proprio agio, come ad un buffet nuziale. Mi soffermo ad osservare con attenzione la scena. Mi alzo in piedi, regalo 5 euro a Pulcinella, attraverso la strada e mi avvicino con circospezione. Ero certo di non essermi sbagliato. Mimetizzato tra i rifiuti scorgo il numero che mi mancava del mio giornale di gossip preferito, quello in cui Edoardo Costa racconta della sua scappatella con Lindsay Lohan. Adoro Mestre!

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