A. Bratley, Amore zucchero e cannella
“C’è solo un rimedio per alleviare le pene d’amore: i buoni, vecchi consigli della nonna.” Il romanzo di Amy Bratley si articola tutto intorno al rapporto speciale della protagonista, Juliet, con la nonna Violet che l’ha cresciuta ma che ormai non c’è più.
Così, un vecchio libro di segreti da brava casalinga diventa il cuore di un romanzo di facile lettura, che attira l’attenzione senza entusiasmare più di tanto e che ci accompagna verso un finale un po’ scontato, ma che da brave romantiche speriamo fin dall’inizio.
Juliet è una ragazza quasi d’altri tempi, cresciuta in Cornovaglia con la nonna, e che ha appreso da lei uno stile di vita un po’ retrò che la porta spesso a sognare una vita felice col suo grande amore, in quella che sarà la loro stupenda casa londinese. La felicità per Juliet è “una casa con dentro le persone che ami”. La sua infanzia non è stata per nulla facile, si colpevolizza per il suicidio del padre, non ha rapporti con la madre che l’ha abbandonata a soli 8 anni e che da perenne adolescente continua a girare il mondo, ha come unico legame familiare una zia un po’ particolare, che tra un margarita e un altro si accompagna a ragazzi molto più giovani di lei. Eppure l’amore della nonna l’ha tirata su bene, è una ragazza sveglia ed attraente, ma si sottovaluta, ha un lavoro di prestigio presso la casa d’aste Rosendale e ha appena deciso di andare a vivere con Simon, il suo adorato fidanzato. Vita perfetta, forse troppo. E siccome il troppo non va mai bene, ecco che nel giro di un istante questo castello di puro romanticismo crolla al suono di un nome: Hanna. Gambe lunghissime, capelli del colore del grano, fisico perfetto e accento svedese. Hanna è la sua migliore amica del college che, nella migliore delle tradizioni, finisce a letto con Simon e, molto onestamente, decide di nascondere la verità a Juliet. Ma a volte certi segreti sono troppo grandi per essere nascosti e così la felicità di Juliet svanisce in un soffio. Disperata, tradita e umiliata decide di continuare a vivere da sola nell’appartamento scelto con Simon, ma non riesce ad essere felice. I suoi unici momenti di serenità li ritrova tra le pagine del libro della nonna Violet e così inizia a cucire dei grembiuli da cucina di cui trova i cartamodelli, a preparare cioccolatini, a sentire la necessità di fare della sua casa il suo mondo. Nel pieno di una crisi esistenziale, immersa in un vortice di problemi che non riesce a risolvere, Juliet decide alla fine di lasciare il lavoro, la casa e allontanarsi un po’ dalla sua vita dedicandosi solo a cucire quei grembiuli che diventeranno cuore della sua nuova e proficua attività.
Vista così sembrerebbe facile, ma a tutto questo bisogna aggiungere una serie di ingredienti che rendono più complicata la vicenda. Come ogni romanzo che si rispetti ci sono anche i protagonisti maschili antagonisti: da una parte Philip, il suo affascinante capo che, nonostante sia sposato la importuna in maniera fastidiosa portandola a licenziarsi e dall’altra Dylan, che diventerà l’amore della sua vita, almeno così pare. Simpatico e squattrinato operatore cinematografico di Channel4 che in un istante, giusto il tempo di mangiare una tortina, le ruberà il cuore. E in mezzo ai due rimane fino all’ultimo Simon, che ovviamente noi lettrici non possiamo fare a meno di odiare e disprezzare. Tipico ritratto di uomo incapace di parlare, scusarsi, recuperare qualcosa a cui tiene, troppo preso da se stesso per capire i suoi errori. E poi, nota da romanzo rosa tendente alla soap opera, c’è Imogen, la sua amica del cuore che, a meno di un mese dalle sue nozze si scopre lesbica ma incinta del suo futuro marito.
Un romanzo carino, che si legge semplicemente e senza troppo impegno e che riesce a ridarci quel po’ di romanticismo che spesso la vita di tutti i giorni non ha il tempo di regalarci. Perché a volte, sognare fa bene.
Amy Bratley, Amore zucchero e cannella, Newton Compton Editori, pp. 347 € 9,90
Caterina Altamore
A. Bratley, Amore zucchero e cannella, Amy Bratley, Caterina Altamore, letteratura, martelive, martemagazine, Newton Compton Editori, Recensioni