La musica e l’idillio: Tuck & Patti
[MUSICA]
ROMA- La buona musica nasce, a volte, da un’indissolubile certezza: quando si è in due, si risveglia un sodalizio artistico e sentimentale, e si procede verso un’armonia di generi che supera ogni linguaggio musicale.
Tuck Andress e Patti Cathcart sono assieme da più di trent’anni e ogni loro esibizione manifesta quell’idillio di amore intellegibile tra le note di ogni brano eseguito, arrangiato, rivissuto, come se fosse la loro prima esibizione. Lungo le trame del tempo, cresce quel “Time after Time” che raccoglie a sé un concentrato della loro essenza musicale.
Predilezione per un linguaggio “popular” con accostamenti jazz, gran parte di Wes Montgomery vibra nelle dita di Andress, per poi trasformare le armonie, in linee melodiche, bassi sostenuti e accordi aperti utili per costruire un duo essenziale, a tratti virtuoso, ma ebbro di quel lirismo in grado di conservare a piene mani le radici gospel su cui affiora la voce della Cathcart.
C’è complicità, spessore narrativo e giusta ironia. L’alternanza sul palco è scaletta ormai brevettata, uno spettacolo in cui è verosimile esorcizzare i classici del repertorio fino alle esibizioni soliste. Così la voce della sei corde semiacustica che accompagna Andress sin dagli studi classici, canta assieme a quella soffusa e calda di Patti Cathcart.
Un mazzo di fiori sul piccolo tavolino dietro di loro rappresenta l’indissolubile certezza del loro sodalizio; mentre il pubblico è il testimone di un concerto professato in una serata tiepida, dolce e serena in quel del laghetto di Villa Ada per la rassegna Roma Incontra il Mondo (26 luglio).
Da “My Romance” all’Europa vista con gli occhi di Carlos Santana, fino alle dediche al maestro del Rhythm and blues, Stevie Wonder, introdotte da Andress con la solita, spiccata, ironia. Il brano scelto per l’incontro con Roma, città che da tempo ha adottato i due artisti, è “I Wish” che riecheggia dalla Gibson di Andress. Un desiderio – quasi inaspettato – di voler andare oltre la tecnica, se pur sopraffina, e sorseggiare con la sua compagna l’ennesima coppa di spumante italiano. Poi arriva il momento di ricordare Jimi Hendrix e la sua “Castle Made of Sand”, che defluisce lentamente nelle piccole ali (Little Wing) di un angelo giunto tra noi per coronare l’amore e la passione e il reciproco, assoluto candore che circonda questi due splendidi artisti. Bentornati Tuck & Patti, fate come se foste a casa vostra. Noi ci mettiamo comodi e ascoltiamo…
Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini
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