Cena a sorpresa
[TEATRO]
ROMA – È un invito al buio ‘al contrario’ quello organizzato in questa Cena a sorpresa offerta da uno dei più grandi autori brillanti dei nostri tempi, Neil Simon, e imbandita, con la regia di Giovanni Lombardo Radice, dalla Sala Umberto di Roma dal 5 al 24 ottobre.
Nel salotto riservato di un sofisticato ristorante parigino, l’elegante tavola è apparecchiata per sei e con l’arrivo dei primi due ospiti iniziano le prime congetture su chi possano essere gli altri commensali. Il raffinato dall’aria intellettuale Claude Pichon (Giuseppe Pambieri) vende libri rari ed antichi, mentre il goffo e solitario Albert Donay (Michele De’ Marchi) lavora malvolentieri nella società di leasing di vetture del padre, coltivando però la sua passione per la pittura dipingendo automobili ‘astratte’. L’unica cosa che li accomuna è che entrambi hanno di recente divorziato ed entrambi assistiti dallo stesso avvocato, Paul Gerard, organizzatore della serata. Quando si presenta il terzo invitato, André Bouville (Giancarlo Zanetti), sarcastico e cinico proprietario di una importante catena di negozi di abbigliamento, anche lui cliente dell’avvocato Gerard per il suo divorzio, Claude è sempre più convinto di aver indovinato lo scopo di questo strano invito. Tra scambi di battute ironici e sagaci, in perfetto stile Neil Simon, il baldanzoso Claude ipotizza che l’avvocato Gerard, quasi a farsi perdonare la parte avuta nelle loro separazioni, abbia organizzato per loro un incontro al buio, invitando ad una cena a sorpresa tre eleganti signore, nella loro stessa condizione.
Ma la vera sorpresa viene invece servita ai tre come una doccia fredda, con un elegante e ben congegnato ritmo di entrate ed uscite dei personaggi che si ritrovano, uno alla volta, di fronte alla propria ex moglie. Sarcastico e pungente Claude con la spumeggiante scrittrice di successo Mariette Levieux (Lia Tanzi), muto e sfuggente Albert con la goffa ed esasperata Yvonne Fouchet (Simona Celi) e duro André con la forte e sensuale Gabrielle Buonocelli (Maria Letizia Gorga).
Da questo momento il ritmo dell’opera cambia totalmente e la commedia brillante scivola, seppur con leggerezza, sul piano più reale dei sentimenti. Superando la voglia di fuggire, infatti, le tre ex coppie si trovano a fronteggiarsi, coinvolte, malgrado le loro reticenze, in un gioco orchestrato dalla bella Gabrielle, che li porta pian piano a sciogliere le proprie rigidità e rompere il muro dell’incomunicabilità. Quasi come in uno psicodramma, la rabbia, le frustrazioni e le incomprensioni accumulate negli anni vengono liberate attraverso la pubblica confessione della cosa peggiore del proprio matrimonio, mentre il racconto della cosa più bella intenerisce gli animi e potrebbe risvegliare la tenerezza e i sentimenti sopiti. Potrebbe, perché nella vita reale il lieto fine non è mai scontato…
Certo, non siamo ai livelli di A piedi nudi nel parco o de La strana coppia. Questa commedia, scritta nel 2000 e, dopo il successo newyorkese, presentata ora per la prima volta in Italia, propone un Neil Simon diverso dal solito, pur se sempre inconfondibile nello spirito delle battute e nel ritmo che lo contraddistingue. Lui stesso, d’altra parte, ha raccontato che l’idea iniziale di una farsa si è trasformata da sola, in corso di stesura, in una riflessione seria sul rapporto di coppia e le dinamiche che portano alla sua rottura, portandolo a sperimentare una struttura drammaturgica nuova e per lui inusuale.
Uno spettacolo dunque divertente, ma anche ricco di spunti interessanti, diretto con maestria e interpretato da attori d’eccezione, tutti bravissimi e assolutamente perfetti nei rispettivi personaggi.
Emanuela Meschini
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