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Peste e corna

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[TEATRO]

IMG_2623ROMA- Al teatro Sala Uno dal 19 ottobre al 7 novembre è di scena il Decameron. Un testo liberamente tratto dal Decamerone di G. Boccaccio con adattamento di Riccardo Barbera e regia di Roberto Della Casa.

Un gruppo di attori molto affiatato calca le scene in maniera dinamica e complice. Si tratta di: Tony Allotta, Maria Borgese, Irma Ciaramella, Alfredo Oppio, Eduardo Ricciardelli, Dario Tacconelli. L’opera teatrale centrata su una tragedia vera, la peste, si fonde alla novellistica arguta, divertente e di pura fantasia. Infatti il titolo è Peste e Corna, si tratta di uno spettacolo in cui si evidenzia soprattutto questa caratteristica del Decameron, e si alterna l’impietosa descrizione della peste (dal prologo dell’opera) a una delle novelle più divertenti (IX giornata , III novella).
Nell’uso del linguaggio, perché si possa godere della bellezza del volgare fiorentino senza perdere nulla nella comprensione dei fatti narrati, si è ricorsi ad un “escamotage “ o gioco teatrale che fa sì che gli attori alternino nella recitazione la lingua odierna all’autentico volgare di Boccaccio. Questo per aiutare il pubblico soprattutto a non perdere nulla della trama.

Ecco come il regista Roberto Della Casa spiega questo spettacolo:“Perché Boccaccio? L’idea di IMG_2550mettere in scena il Decamerone nasce dopo l’ennesima discussione con mia figlia, studentessa in un liceo di borgata, sul modo di esprimersi dei giovani (e non solo) di oggi. Dalla poca fantasia nel linguaggio, alla scarsità di vocaboli (gli stessi usati più volte) dalle parole monche perché devono, giocoforza, entrare nello spazio ristretto di un SMS, alle strampalate conversazioni via internet,  per sentirti dire : “ ‘ pa’ ma in che mondo vivi! Oggi è così! “Allora senti come si esprimevano ieri” gli rispondo e leggo l’inizio del Decamerone. Lei strabuzza gli occhi e grida :  FICO !!! Fammela copiare che la mando via SMS alli amichi mia! Non oso pensare cosa possa aver scritto su quel telefonino. Così l’idea di utilizzare il teatro come mezzo opportuno alla bisogna, si è concretizzata. E’ nato così uno spettacolo corale, divertente e giocoso, dove il “ volgar fiorentino” s’intreccia con la commedia dell’arte”.

Gabriella Radano

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