N. Ammaniti, Il momento è delicato
Il momento è delicato. In un periodo di crisi come quello che si sta attraversando adesso, Niccolò Ammaniti non avrebbe potuto scegliere titolo più aderente alla realtà e soprattutto non avrebbe potuto motivare la sua scelta in maniera più chiara.
E’ quello che si è sentito dire nel momento in cui ha proposto la sua raccolta di racconti, è la frase che ha giustificato la mancanza quasi di coraggio di alcuni editori che hanno sempre considerato il romanzo un genere più vendibile e dunque commercialmente più appetibile. Eppure, al di là dell’aspetto commerciale, in questo insieme di racconti troviamo tutto lo spirito di Ammaniti, la forza cruenta e a volte crudele delle sue parole che riescono rapidamente a trasformarsi in immagini. Perché il bello dello scrittore romano è proprio questo, la capacità di guidare il lettore nella creazione di un film mentale, di stimolare attraverso la lettura un insieme di fotogrammi continui che sfocia quasi in una pellicola.
D’altra parte, però, siamo lontani dai romanzi precedenti, non fosse altro per l’inconsistenza di alcuni finali o la banalità di alcuni contenuti ma si sa, con i racconti non è sempre facile stupire il lettore e coinvolgerlo pagina dopo pagina. Se il racconto non ti appassiona finisce lì, non c’è tempo per rimediare, non c’è un nuovo capitolo che possa darti la possibilità di ricrederti sulle pagine lette. E lo scrittore conferma questa visione attraverso una frase presente sulla quarta di copertina: “Il romanzo è una storia d’amore, il racconto è la passione di una notte”. Il romanzo ti corteggia, ti rapisce, ti emoziona. Al romanzo ti abbandoni, te ne innamori. E invece il racconto è una passione momentanea, o ti prende o ti lascia. Ti intriga, ti stupisce ma ti lascia libero di andare avanti staccandotene.
Il momento è delicato è una raccolta di 16 racconti più o meno lunghi, più o meno crudi, più o meno interessanti. Ritroviamo tutti i caratteristici personaggi che ci hanno da sempre accompagnato nei lavori di Ammaniti, qualcuno cambia nome, qualcun altro lo mantiene solo per metà, ma le peculiarità e i tratti caratteriali rimangono sempre gli stessi. C’è il medico tossico senza scrupoli che alla fine finisce per rovinarsi con le sue mani: c’è il marito perfettino che crede fermamente nel suo matrimonio ma che non disdegna di tradire la moglie alla prima occasione e che, per nascondere il tutto, si ferisce ripetute volte e viene arrestato dalla polizia. Perché poi, si sa, nel momento in cui qualcosa va male o sembrerebbe partire nel verso sbagliato, nelle mani di Ammaniti diventa una tragedia. Succede l’irreparabile, si svegliano forze sovrumane, appaiono personaggi che stanno in bilico tra la lucida follia omicida e la psicopatia. Una casa che sembra un facile obiettivo per un ladruncolo di periferia si trasforma nel peggiore degli incubi, arti che vengono recisi, pozze di sangue sparse su tutto il pavimento e un sentimento di angoscia che non molla pagina dopo pagina. E mentre nella mente appaiono nitide le immagini di una Roma fin troppo conosciuta, seguiamo uno studente di odontoiatria all’interno di un campo rom, mentre incredulo riesce a scappare dalle grinfie di un marito geloso e da un manipolo di zingari inferociti, salvo poi finire in macchina con tre gemelli fascisti pronti ad ucciderlo e ancora una turista americana tra i vicoli di un India apparentemente ospitale che tra sorrisi e falsa gentilezza la sacrificherà al dio Shiva. Il tutto tra schizzi di sangue, membra sparse dovunque, colpi di pistola, crudeltà e cattiveria.
Si legge in preda ad un angosciante senso di incertezza che non ci abbandona mai. Come se fossimo in costante attesa del peggio e nel momento in cui questo arriva tiriamo un sospiro di sollievo. Eccolo, adesso è davvero finita.
Niccolò Ammaniti, Il momento è delicato, Einaudi, pp.368, € 17.50
Caterina Altamore
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