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R. Queneau, Conosci Parigi?

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coverimageHa fatto molta sensazione la recente pubblicazione, per Barbès Editore, del libro di Raymond Queneau Conosci Parigi?, un elenco (o, meglio, un trivial pursuit) di ciò che a suo avviso si deve assolutamente sapere di Parigi.

Un volume che ha suscitato grande amore e grande odio. In primo luogo per la sua struttura: 456 domande e risposte geografiche e storiche su Parigi. Per alcuni questa costruzione è agile e chiara, per altri è soltanto rigida. C’è stata poi la discussione sui contenuti: per qualcuno si sono rivelate sciocchezze o fatti che tutti sanno, per altri cose fondamentali, curiose e illuminanti.

Si trovano alcune cose buffe, come ad esempio quale strada di Parigi si è chiamata, “nel XVII secolo, cul-de-sac du Ha! Ha!”, ovvero l’impase Guéménée, o qual è la strada di Parigi con il nome più lungo (è lo square des Ecrivains-combattants-morts-puor-la-France nel 16mo).
Si scoprirà che il boulevard Marbeau nel 16mo è largo solo sei metri e termina in un vicolo cieco. I numeri pari cominciano col 30 e finiscono al 38, i dispari sono rappresentati dalla cancellata che i separa dal boulevard de l’Amiral – Bruix. rue Saint-Antoine si ferma al numero 100 per diventare rue de Rivoli, ma sul lato dispari continua a mantenere il suo nome sino al numero 137, che si trova davanti al 12 di rue Rivoli. Sapevate che rue Bois-le-Vent signfica bosco a levante?
E che Boccaccio è nato in rue des Lombards nel 1313? che per 71 anni Madame de Rovigny occupò il 71 di boulevard Poissonière, dal 1835 al 1906, che rue de l’Arbre Sec indica la forca?

Molto interessante la postfazione di Emmanuel Souchier, che spiega come il libro sia nato da una domanda che Queneau pose su Intransigent dal 1936 al 1938, chiedendo ai lettori se conoscevano Parigi.
L’opera è documentaristica e enciclopedica. Io, personalmente, ho amato l’appendice dell’edizione italiana, che descrive le aree più importanti, con dove mangiare, dove bere, dove dormire e cosa vedere; inoltre, procede segnalando alcuni punti descritti dall’autore: per esempio, la quai aux Fleurs (primo), la bourse, rue Viille du Temole, place Saint-Suplice, canal Saint-Martin e parc- Montsouris. Vi si indicano luoghi quali rue des rosiers, il ghetto ebraico di Parigi sin dal XII secolo (conserva un paio di scuole, una libreria antiquaria e qualche ristorante e pasticceria), la piazzetta place Furstenberg (metro Saint-Germain-des-Prés), faubourg Saint-Antoine e rue de Lappe (bastille), zeppe di passages inaspettati, le catacombe a Defert-Rochereau e il cimitero Montparnasse (Beauvoir, Sartere, fDuras, Beckett, Gainsbourg, Baudelaire). In fine, Bellevillle, in particolare nell’area di rue des Pyrénées e il cimitero du Père-Lachaise.
Le critiche, come si diceva, sono ambivalenti. C’è chi ha sostenuto che il testo è “tutt’al più buono per risolvere cruciverba” e chi ha detto che il testo fa ricordare angoli “che accendono il cuore e i ricordi”. Un libro consigliato a chi Parigi già la conosce, magari da donare, come farò io, al vostro caro amico che per Parigi ha lasciato l’Italia.

Raymond Queneau, Conosci Parigi?, Barbès editore, pp. 190, € 15

Silvia Tozzi

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