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T’amo senza sapere come: violenta passione

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[TEATRO]

foto3MODICA- In scena a Modica, nell’ambito della rassegna La follia in scena parte prima, promossa dalla Fondazione Teatro Garibaldi, l’amore tormentato tra Dino Campana e Sibilla Aleramo, un rapporto fatto di passione violenta, di litigi e di rincorse, un amore intenso che si è nutrito della follia di lui e dell’infedeltà di lei.

La relazione tra Dino e Sibilla inizia attraverso un fitta corrispondenza epistolare per poi sfociare in una fisicità e in una carnalità che diventano spesso violenza e disperazione. Sono proprio queste lettere le protafoto1goniste indiscusse sul palcoscenico del Teatro Garibaldi.
La Grande Guerra, le prime affermazioni femministe, la paura della follia e della diversità, la voglia d
i evadere e quella di fuggire, il giudizio spietato della morale comune, il desiderio di trovarsi e di non perdersi più, la voglia di abbandonarsi all’altro e di lasciarsi alle spalle chiacchiere e maldicenze. Tutto questo impregna il loro amore, che è talmente carico da non riuscire spesso a trattenere la sua essenza, che esplode, che dilania il frutto stesso della sua essenza. E allora si amano, e si lasciano per poi riprendersi. Si picchiano, litigano, si odiano per poi riamarsi perdutamente e perdersi l’uno nel corpo dell’altra. Un amore carnale, passionale, fatto soprattutto di sesso e fisicità, di dolore e disperazione. Dino ha dei problemi a relazionarsi con gli altri e soprattutto con le donne e Sibilla invece, dal canto suo, si è da sempre relazionata più che bene con altri scrittori e letterati prima di lui. Eppure di quella follia, di quella che per gli altri è la malattia di Dino, lei non può fare a meno. Dino finisce in carcere prima, in manicomio poi e lei lo segue e va a trovarlo sempre, fino a quando lui contrae la sifilide e lei è costretta dagli amici a chiudere il loro rapporto. Moriranno a distanza di molti anni l’uno dall’altra, lui vittima della sua stessa follia e lei placidamente invecchiata nella sua vita forse troppo spregiudicata per quegli anni.

Ed ecco T’amo senza sapere come e sul palcoscenico due bravissimi interpreti e nient’altro. Solo una canzone, “Besame mucho”, ad accompagnare la folle passione rappresentata da Maria Carpaneto nei panni di Sibilla e da foto2Pietro Pignatelli in quelli di Dino. Lo spettacolo, scritto e diretto da Angelo Ruta, si sviluppa attorno alle lettere d’amore che i due scrittori si scambiarono per più di un anno e mezzo, e che accompagnarono i due amanti in un altalenante gioco di sentimenti e di passioni più o meno positive. Un momento di danza-teatro che alterna alla lettura di lettere e poesie, passi di danza accuratamente studiati, per trasmettere gli stati d’animo e i sentimenti legati ad ogni passaggio della loro relazione. Gli abbracci, i sorrisi e poi gli addii e la violenza e ancora petali di rose e movimenti soavi, alternati a scatti frenetici, corse e abbandoni.
Ripetutamente risuonano nell’aria le parole della canzone che fa da colonna sonora Como si fuera esta noche la ultima vez, come se tutto potesse terminare da un momento all’altro, come se fosse tutto appeso ad un filo, come se tutto vivesse della fugacità di un attimo. Va in scena l’essenziale per raccontare il cuore di una relazione e si serve di una sola ed unica canzone per esaltarne l’intensità.

Caterina Altamore

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