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Seventh Will_ Ordinary Life

Seventh Will - Ordinary Life

Seventh Will - Ordinary LifeL’ideale romantico. L’eroe romantico. Il Romanticismo, con la maiuscola. Quanto avete amato (o odiato: sapete, le due stanze sono collegate da un tunnel nascostissimo, segreto come tutte le cose che avete sotto il palmo del naso) la saldezza incrollabile di un Artù, o il candore lucente di un agente Cooper, o di una qualsiasi tra le persone del cui impegno avete pensato “quant’è ingenuo”?

Se la risposta è “per niente”, siete autorizzati a lasciare immediatamente questa pagina … OVVIAMENTE STO SCHERZANDO.
Ma se siete tra coloro che riconoscono del valore a tutto ciò, può darsi che vi capiti di trovare emozionante dare una sbirciatina al mondo dei Seventh Will. L’occasione ve la offrono gli oltre settanta (!) minuti dell’autoprodotto debutto art-prog di Ordinary Li(f)e, significativa testimonianza dello studio (anzi, studium) di questi cinque impetuosi ed entusiasti ragazzi romani. Che da bravi spiriti romantici gettano il cuore oltre l’ostacolo, accordano grande fiducia alle contemporanee orecchie postmoderne e affidano alla psichedelia sorniona e non-stantia del proprio stile il proprio racconto.
Sì, perché è possibile trovare qualcosa di profondamente epico già nello stesso (per carità, immancabile) concept: una realtà ridotta a un soffocante cunicolo di finzioni concentriche a suon di mascheramenti sociali coatti (già efficacemente sintetizzati nell’iniziale title track), attraverso gli occhi del protagonista Will.
Epica e romanticismo abitano poi di regola nella febbre, che spinge un musicista a suonare ore ed ore cercando e creando uno spettro emozionale vasto e capillare, e nel coraggio di indugiare anche a lungo in ciascuno delle miriadi di umori che si alternano tra le dieci tracce.
Anche qui va così, e il risultato è il generale esito positivo della sfida di carpire l’essenziale dal linguaggio di numi come Frank Zappa (in “Lying On A Pink Cloud”), Genesis (nella storta, splendida “Acid Carousel”) e PFM (ma anche Pain Of Salvation e Porcupine Tree), senza perdere (e spesso guadagnando) in varietà di soluzioni.
Ma epica e romanticismo albergano anche e soprattutto nella sfrontata forza con la quale questi Seventh Will mostrano il proprio laboratorio, rischiando a testa alta e senza rimpianti di darlo in pasto alla generale indifferenza che in genere accoglie lavori tanto ricchi (in genere la scusa è “non arriva, è poco immediato”: salvo poi finire a idolatrare neanche tanto furtivamente il ciarpame mordi-e-fuggi da cui siamo accerchiati).
Ancor peggio quando, malgrado l’inglese d’ordinanza, si scopre che è roba che viene da casa nostra.
In conclusione, è facile, ma altrettanto vero, affermare che questi ragazzi si sono cacciati nel bel guaio in cui si cacciano tutti coloro che nei nostri tempi privilegiano il cosa al come: e continuare su questa strada sarà una sfida che si rivelerà sempre più ardua nel tempo.
Ma se, come l’eroe romantico che in questo senso oggi rappresentano, decideranno di raccoglierne il guanto e continuare a percorrerla, ci avranno comunque dalla loro parte.

TRACKLIST:
01. Ordinary Li(f)e
02. A Sea Without Shores
03. In Circle
04. Lying On A Pink Cloud
05. Acid Carousel
06. Ashes
07. Night Euphoria
08. Outside The Rain
09. Colliding
10. Starseeing On The Shore

I Seventh Will sono:
Francesco Bassoli: chitarre;
Tiziano Cofanelli: batteria;
Luca Guidobaldi: voce;
Luca Parca: basso elettrico, synth;
Claudio Stasi: pianoforte, tastiere.

Francesco Chini

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