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Sguardi S-Velati IV

Immagine rassegna RCS

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Sister, Cousin, Aunt chiude la rassegna
 

4-14 sister-cousin-auntReduce dal successo ottenuto al New Theatre Festival della Wake Forest University della Carolina del Nord nel 1997 e dopo aver ottenuto il premio come migliore testo al Samuel French Award nel 1998, è stato presentato al Teatro Due Roma lo spettacolo Sister, Cousin, Aunt di Dave Johnson, un evento che rientra nell’ambito della rassegna Sguardi S-velati: punti di vista al femminile, di cui vi stiamo parlando in queste ultime edizioni del MArteMagazine.
Lo spettacolo, andato in scena dal 18 al 20 novembre 2011, si è avvalso in questa edizione italiana della regia di Laura Caparrotti, registrando un successo che ci piacerebbe vedere di nuovo.
Uno spettacolo intenso e bene interpretato dalle protagoniste della storia, Lydia Biondi, Laura Caparrotti e Giulia Adami, le quali hanno descritto la vicenda di tre donne, legate da radici famigliari e affettive, tre donne che vivono sotto lo stesso tetto, condividendo ansie, paure, emozioni e fallimenti.

Jackie, Louise e Marta vivono nella loro casa nel South Carolina e aspettano il ritorno di due uomini, Jimmy, fratello di Marta e nipote di Jackie e Louise, e Roman, fidanzato di zia Louise, i quali sono in ritorno da una missione come marines che li ha portati lontani da casa per troppo tempo.
La trama ruota intorno al rapporto tra uomo e donna, un confronto che in questa storia si innesta intorno al concetto di attesa, il quale si esprime attraverso gli stati d’animo delle protagoniste, i loro preparativi, i fremiti, le aspettative di cambiamento, le speranze e le illusioni che ben presto vengono tradite.
Marta è l’adolescente orfana che guarda al mondo con gli occhi curiosi, ha sete di sapere e voglia di innamorarsi, è felice per il ritorno di suo fratello, quel Jimmy un po’ violento che non sa supplire alla mancanza dei suoi genitori; zia Louise è la realista delle tre, parla di futuro, di matrimonio e nutre speranze senza però staccare mai i piedi da terra. È bella zia Louise, pensa al suo Roman che sta per riabbracciare, nell’alto della sua delicata esperienza di vita sfoggia parole di conforto per la piccola Marta e per Jackie, la pessimista delle tre donne che vive con il ricordo di una infanzia trascorsa in preda alla violenza, quella paterna che riaffiora a distanza di tanto tempo nei suoi ricordi, nelle sue parole sempre tese verso un’estrema visione della vita priva di fiducia verso gli uomini.
Nei loro dialoghi, nelle loro conversazioni si sente il sapore amaro di una vita spesa in solitudine, nell’attesa dell’arrivo di un’emozione, di un uomo. La loro solitudine è talmente forte, così tangibile che nella parte finale dello spettacolo sembra quasi che si invertano i loro ruoli: l’ottimista, la realista e la pessimista si confondono, si trasmettono le emozioni a vicenda, proprio quando l’attesa viene di nuovo tradita, scandita da una tragedia che rimane seppellita nel cuore di ognuna di loro.

Sister, Cousin, Aunt è uno spettacolo che lascia a bocca aperta per la bellezza delle emozioni, per il modo in cui queste vengono trasmesse agli spettatori, per la storia raccontata dalle tre brave attrici, una storia che non ha confini di tempo e né di spazio, e che ha un sapore triste e veritiero.




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