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Al Teatro Valle si sta bene

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[TEATRO/MUSICA]

rossi5ROMA- La sera del 4 settembre a Roma è una tipica serata domenicale col centro storico poco affollato e la pioggia, che inizia a cadere dando respiro dopo giorni di caldo, non scoraggia le persone in fila per vedere lo spettacolo di Paolo Rossi e i Tetes De Bois al Teatro Valle di Roma.

Da quando il 14 giugno alcuni “Lavoratrici e i Lavoratori dello Spettacolo, cinema/teatro/danza, artisti/tecnici/operatori, stabili, precari e intermittenti” hanno occupato il teatro, il pubblico romano è sempre accorso numeroso agli spettacoli tenuti dai vari artisti che hanno voluto così contribuire all’iniziativa. Come spiegano sul sito, l’occupazione è stata decisa per difendere il futuro del teatro, che si prospettava molto incerto a seguito della soppressione dell’Ente Teatrale Italiano decisa col decreto legge n.78 del 31 maggio 2010. A ciò si aggiungono i continui tagli alla cultura, alla scuola e all’arte nonché la situazione di precarietà dei lavoratori del settore.
Dopo alcune comunicazioni sui prossimi appuntamenti  e un video sull’iniziativa a Venezia, dove è stato occupato il Teatro Marinoni, lo spettacolo inizia con Paolo Rossi che esprime la sua gioia di essere al Valle dove, nel corso del laboratorio di improvvisazione che ha tenuto nei giorni precedenti, ha riscoperto il senso di fare teatro. Rossi esprime anche la sua adesione all’iniziativa con un’ affermazione “anni ‘70” secondo cui “La televisione deve essere controllata dal popolo, il cinema deve essere indipendente e il teatro deve essere gratuito”.

A questo punto si entra nel vivo dello spettacolo con alcuni dei partecipanti del laboratorio di improvvisazione, che si rossi12esibiscono in entrate e uscite dal palco negli strambi modi suggeriti dal pubblico, per continuare con un esercizio in cui i numeri da 1 a 6 stanno a indicare a chi si deve rivolgere l’attore e i colori lo stato d’animo. Rossi spiega che questo esercizio è una delle basi della recitazione in teatro, specialmente oggi che è difficile provare uno spettacolo a lungo e che le sostituzioni si rendono spesso necessarie, cosicché un attore deve essere in grado di entrare subito nel ruolo.
Arriva il momento dei Tetes de Bois con “Sono Chi Sai”, bellissimo pezzo tratto da Ferrè, l’amore, la rivolta del 2002. Dopo alcuni brani storici della band come “Rocco e i Suoi Fratelli”, il cui testo è del poeta Rocco Scotellaro, sulla canzone “Le Rane” torna in scena anche Paolo Rossi per mimare, insieme a una ragazza del pubblico, il testo della canzone. Il comico, milanese di adozione, continua lo spettacolo tra una lettera di un suo ammiratore, Silvio B., il collegamento in streaming col Teatro Marinoni e “In Italia si sta male (si sta bene anziché no)”, brano scritto da Rino Gaetano e portato al Festival di Sanremo nel 2007 da Rossi, a cui si unirono i Tetes De Bois.
Alla fine dello spettacolo il pubblico esce quasi con una paresi facciale a causa delle risate ed entrano le quasi trecento persone rimaste fuori a causa del tutto esaurito del primo spettacolo. Per loro Rossi e I Tetes De Bois faranno pochi pezzi ma a giudicare dagli applausi e dai visi felici bastano a non aver reso vana l’attesa.

Giuditta Danzi
Foto di Alessandro Sgritta

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