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Festival OcchiRossi

Omino_Shiba-ok
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]

Omino_Shiba-okIl forte Prenestino ha ospitato a luglio i tre giorni di OcchiRossi, il festival di fotografia indipendente che anticipa come i fotografi tappezzeranno gli spazi e le aree alternative della Roma autunnale. OcchiRossi al forte Prenestino è solo un’anticipazione estiva dell’esplosione autunnale dei flash, che trovano nuovi o vecchi linguaggi evitando la didascalia e provando la sperimentazione.

Dal 1 al 3 luglio le pareti sotterranee del forte sono state rivestite dai progetti in pellicola. Ovviamente si racconta il sociale, il forte Prenestino e il festival stesso hanno una matrice dichiaratamente sociale, sembra che il Collettivo Terra Project abbia trovato qui il suo spazio naturale.
Il Collettivo, fondato nel 2006 a Firenze, ha tra le sue fila nomi premiati in importanti concorsi fotografici del 2010 come il foto2World Press Photo, Michele Borzoni, e il premio Canon, Pietro Paolini.
La fabbrica dell’obbedienza è un racconto inquietante della Puglia di Padre Pio che è mercificato e venduto a pezzi, come nel medioevo raccontato da Le Goff.
Padre Pio Cult si sofferma su dei particolari semplicissimi, esattamente come le foto di Welcome to Berlusconistan, non c’è nessuna volontà alla resa ridicola dei soggetti impressionati, ma non c’è dubbio che questi creino una reale impressione nello spettatore.
Il racconto riesce a diversificarsi, dalla buffa Italia alla Striscia di Gaza. Il reportage plurifirmato de La fabbrica dell’obbedienza non necessita di poetica o di una narrativa complicata, basta la scelta e la capacità di leggere il giusto momento rivelativo, ma anche il luogo espositivo è importante come la copertina di un libro.

In TaxyGallery, l’auto pubblica diventa uno spazio per l’esposizione di diversi fotografi: Andrea Angeletti, Arsenio Bitritto, Roberta Rossi, Daniele Pinti e altri fotografi si espongono nell’abitacolo di più taxy per un tempo limitato quello del viaggio cittadino. Un progetto coraggioso che raccoglierà di certo una serie di sguardi veloci e magari anche poco foto4curiosi, ma forse qualcuno si soffermerà a vedere uno scatto di un altro percorso differente dal proprio e in quel lasso di tempo, che è il viaggio da un punto ad un altro, si aprirà forse una piccola finestra su qualcos’altro.
A volte quella finestra apre una porta verso il passato; così è stato per Simona Pampallona che dopo gli ultimi successi dovuti alle sue fotografie di scena del film Corpo Celeste, torna a dei suoi vecchi scatti. Porto Fluviale è un ritorno ai primi scatti della fotografa, al manierismo della ricerca dell’immagine costruita che si combina con il bianco e nero semplice e puro stampato da lei stessa con un ritorno alla nascita del suo occhio fotografico.
A volte bisogna tornare al passato per ricordare come si è iniziato e OcchiRossi permette sbalzi temporali non solo nei racconti altrui, ma anche nel proprio iter. Quando si fa qualcosa senza legami e ostruzioni economiche a volte si riescono a sviluppare progetti dall’impatto emotivo e di pubblico, come un festival di fotografia indipendente giunto alla sua terza edizione.

Shiba

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