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Niccolò Fabi: un ricordo dentro al cuore

Foto di Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini

ROMA- “Questo posto è stata la cornice di tante prime volte, di tante cose importanti della mia vita. Strano non averci mai suonato prima. Strano essere qui oggi, in un giorno che per me non è un giorno come tanti”.

Inizia così il concerto a Roma incontra il Mondo (Villa Ada) di Niccolò Fabi il 5 luglio scorso: un elogio al sentimentalismo dei luoghi, dei profumi e dei colori che ci segnano il cuore. Un anno esatto dal concerto annullato per “problemi familiari”, sembra quasi che il Destino, nel suo assurdo gioco di potere voglia restituire qualcosa, o almeno costituire una strada preferenziale per dialogare con altrove.
Parole di Lulù riecheggia ancora nelle orecchie, e Niccolò Fabi continua il suo percorso. Non si è fermato che un 20110705-DSC_3266_copyattimo, poi ha ripreso a camminare. Compagni di viaggio delle sue avventure sonore, come sempre, Roberto “Bobo” Angelini (chitarra elettrica, slide), Andrea Di Cesare (violino), Fabio Rondanini (batteria) e Gabriele Lazzarotti (basso).
Fabi nel corso degli anni ha saputo conquistare il pubblico grazie ad una costante crescita personale ed artistica, che si concretizza in canzoni dal forte spessore autoriale, canzoni che sanno parlare al cuore, che raccontano la vita attraverso un  minimalismo musicalmente ricercato, denso di sfumature e raffinatezze.

Un uomo che affronta sentimenti personali e temi sociali, costruendo poetiche ballate con fili leggeri ma forti come tele di ragno, in fondo, come dichiarato da lui stesso: “inseguire nuove idee, non accontentarsi, porsi nuovi ostacoli” è la mission di un vero artista.
Dopo Il Solo Tour, sold out nei principali teatri italiani e importanti riconoscimenti di critica,  conclusosi il 7 giugno nella splendida cornice dall’Anfiteatro Romano di Lecce, quindi, Fabi riparte di slancio.
Da i brani di Solo un uomo (il suo ultimo meraviglioso progetto in studio che contiene perle come “Attesa e inaspettata”, “Solo un uomo” title track del disco, “Aliante”, “La promessa”, “Fuori o dentro”) ai singoli che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico (“E’ non è”, “Rosso”, “Ostinatamente”, “Capelli”, “Lasciarsi un giorno a Roma”, “Il negozio di antiquariato”, “Vento d’estate”), fino a “Parole parole”, quello che scorreva sotto e gli occhi e dentro al cuore è stato un live energico e vitale che annuncia di protrarsi fino alla fine di settembre, toccando piccoli e  grandi centri italiani.
Ballate sentimentali si accompagnano ad arrangiamenti prog rock interessanti, innovativi. La chitarra classica, che sempre l’accompagna nei concerti, scivola sulle note elettriche di Angelini, in un connubio che trova nel violino di Di Cesare la sua giusta ed ineffabile completezza.
Villa Ada si tinge di stelle, alcune brillano più luminose di altre ed il tributo che lasciano alla gente che ascolta è un dono prezioso ed esaustivo: è stato importante esserci, una volta di più.

Edyth Cristofaro
Foto di Federico Ugolini

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