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Cancelletto a Laszlo Biro

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[ARTI VISIVE]

mostra_cancellettoROMA- Dal 13 giugno Laszlo Biro si trasferirà sul Lungotevere per l’estate romana, con un’agenda ricca di appuntamenti da leccare i baffi e in questi giorni ha chiuso la sua prima stagione primaverile ospitando, nei suoi spazi al Mace situati nel quartiere Pigneto, la prima mostra personale di Lorenzo Ticci, un artista che gli appassionati di urban culture conoscono con lo pseudonimo di #, un simbolo con cui lascia la sua firma nelle opere realizzate sui muri in giro per la Capitale.

Di # si dice in giro che è un artista romano di 29 anni, ha un curriculum rispettabilissimo nell’ambito della scena urban culture capitolina, dove molto spesso si è cimentato anche nella realizzazione di poster, con cui tra l’altro ha partecipato ad eventi e collettive come la Mad Poster art di Madrid nel 2009, nonché alla Ziguline Poster Edition nel 2011.
Dalla strada alle gallerie il percorso è spesso molto breve, difatti lo abbiamo anche visto prendere parte a fianco di altri celebrità come MR.Klevra, Omino 71 in occasione della mostra SK8 Like Canvas 2011 e in questo evento targato Laszlo Biro ce lo ha proposto in chiave pittorica, dando allo spettatore la possibilità di cogliere l’essenza creativa dell’artista che contagia ogni superficie di contatto, come sulle tele esposte in questa mostra. D’altronde la sua versatilità è il suo punto forte, la esprime nel suo segno che appare uguale se osservato da ogni direzione possibile. Proprio da questo presupposto prendono corpo quelli che vengono definiti “i riversibili”, ovvero dei dipinti coloratissimi composti da due o più tele che possono essere disposte diversamente in un numero indecifrabile di volte, in cui i soggetti in esse rappresentati sono figure che a loro volta vengono osservate da diversi punti di vista che non vanno a disturbare la visione d’insieme.
Come di fronte alle parti di un puzzle dai molteplici incastri, lo spettatore che si pone davanti alle tele di # si trova a dover interagire con la fantasia e le sua capacità di creare infinite traduzioni e interpretazioni di tutto ciò che ad cancelletto_mostra_2essa si sottopone, come tante forme cromatiche di un caleidoscopio sempre in movimento: è questo lo scopo dell’artista, ovvero quello di richiamare lo sguardo verso le mille sfaccettature con cui l’arte non ha paura di rivelarsi. In tal modo, le tele coloratissime create dall’artista inglobano soggetti di natura diversa, i quali sembrano provenire dalle pagine di fumetti: caricature giapponesi circondate da visi mostruosi che sembrano uscire dalle viscere del sottosuolo, dove un Caronte distratto se li è lasciati sfuggire proprio davanti l’entrata dell’inferno; e poi sulla parete compaiono altre tele raffiguranti delle carpe che si muovono sinuosamente, mentre le loro squame, minuziosamente dettagliate, rendono l’dea della ricercatezza visiva con cui l’artista si interfaccia al suo pubblico. Il passaggio transitorio e reversibile di # dalle provocazioni esterne alle tele è un gioco di percezioni visive, il quale, sottraendosi alla staticità della pittura convenzionale, si appropria di quella libertà espressiva in grado di annullare qualsiasi tentativo di catalogazione dell’artista.

Eva Di Tullio

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