Omaggio alla canzone romana
[MUSICA]
ROMA- Che la musica popolare partenopea fosse sterminata e quasi irraggiungibile è cosa nota. Ma anche la scuola capitolina, da sempre ispirata da sonetti e stornelli ha intriso “de core” e coraggio la cultura romana, al di là del Tevere, ma anche al di qua, in fondo conta poco da che punto lo si guarda.
Tra coltellacci, amori straziati, Nina, Ninetta bella e Nannarella – perché a Roma la più corteggiata era sempre lei – si scendeva a lungotevere per sfidarsi a colpi di note in occasione della festa di San Giovanni. Da allora di acqua sotto i ponti del biondo fiume ne è passata tanta ed è così che di mano in mano, di voce in voce, la canzone romana oggi arriva al N’importe Quoi, illuminato locale romano a metà strada tra una vineria, una brasserie e una piccola libreria. Il format è quello giusto, quello senza filtro condotto da Stefano Mannucci, giornalista de Il Tempo. Alcuni artisti capitolini, votati per una sera alla canzone popolare e romanzata “de Roma”, i protagonisti di una rassegna iniziata lo scorso 12 maggio e che vedrà altri due incontri (il 19 ed il 26 maggio prossimi), Sotto un manto di stelle. La storia è stata scritta cor core da voci che oggi risuonano in tanti vicoli della capitale: Gabriella Ferri, Lando Fiorini, Aldo Donati e l’indimenticabile Romolo Balzani. Romanità incarnata appieno, interpretazioni forti e qualche rivisitazione che ha suscitato più di una risata. Si comincia a tarda sera, ma il salotto è comodo, piccolo e accogliente. Lo strumento per eccellenza è senza dubbio la chitarra che per l’occasione e la collocazione geografica perde una doppia. Quella “chitara” intonata suona con la voce calda di Max Leonelli, musicista che affonda le sue radici nelle note blues di Eric Clapton, ma che si presta ad una “Nun je da’ retta roma”, che più volte Gigi Proietti ha dedicato alla sua città. Dopo di lui è il momento di Tiziana Fornari dedicare la sua voce a “La nevicata del ’56” di Franco Califano e magistralmente interpretata da Mia Martini.
Momento ilare, sottile carezza della musica romana è quello con Armando “guit” Serafini e la sua rivisitazione su base Alex Britti (Oggi sono io). Nasce così “Er padrone der maggiolone”; parodia farsesca di quella ancestrale paura della fiancata rifilata, con sgarbo, a suon di cacciavite. La “lima sorda”, la vita di un carcerato suona blues con la chitarra di Armando Serafini e la voce di Umberto U’papadia, ballata d’amore e di sangue, suona in dialetto romano fino a scendere nel profondo sud salentino. E’ il momento di Pier Giorgio Faraglia, quel saltarello scandito e ridotto all’osso, è uno slow blues trasteverino. E giunge “Nannarè” con la voce potente di Ghita Casadei, un motivo semplice che ancora una volta scalda l’anima. Per lo “Stornello d’estate” si affianca a Ghita la voce calda e potente di Alessandra Parisi e qui, signori, si tocca la poesia e brividi sulla pelle a profusione. “Le mantellate” ricordano il carcere femminile romano, con la voce della Parisi mentre Claudia Cestoni, accompagnata da Andrea Di Cesare al Moog, canta le parole di Balzani in “Er barcarolo romano”. Chiudono Carlo Alberto al pianoforte per “una storia disonesta” e la voce jazz di Federica Baioni che interpreta un altro grande successo della Ferri, “Pe’ lungotevere”. Perchè lungo er Tevere de cose nè so’ successe e quella sera alcuni artisti l’hanno raccontate con garbo, maestria e dolcezza d’animo.
TRACKLIST:
Nun je da’ retta roma – Max Leonelli
La nevicata del ’56 – Tiziana Fornari
Er padrone der maggiolone – Armando guit serafini
Lima sorda – Umberto u’ papaia
Te possino da’ tante cortellate – Pier Giorgio Faraglia
Nannarè – Roma Forestiera – Ghita Casadei
Stornello dell’estate – Alessandra Parisi e Ghita Casadei
Le mantellate – Alessandra Parisi
Barcarolo romano – Claudia Cestoni
Pe’ lungotevere – Federica Baioni
Una storia disonesta – Carlo Alberto
Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini
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