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Marta sui Tubi_ Carne con gli occhi

martasuitubi

martasuitubiSurreale, vero e quarto incunabolo alternativo dei siculi Marta Sui Tubi,visioni politiche, Mediterraneo noise sulla corda da equilibrista, rock schiaffeggiante di blitz scoppiettanti che chiazza un manifesto ed un frastuono ideale all’autodeterminazione popolare – inteso come “su la testa” e radici al vento”. Deflagrazioni e grazie crude come un selvaggio cardo asinino.

Testimoniamo – grazie ad un Dio qualunque della filiera –  che Carne con gli occhi è la solita spampazzata a schizzo di Marta sui tubi, tubi che alla fine esploderanno come conduttori d’intemperie sonore e che lasceranno la povera ragazza che ci vive sopra, libera di scegliersi che so, magari un comodo sgabello, dove stazionare felice e contenta pensando che in fondo lei – di questa storia underground – non ci ha mai capito un tubo!
Scherzi a parte, via libera al quarto capitolo di questa fenomenica formazione che a tre anni dall’ormai radioattivo Sushi & coca se n’esce a trentadue denti (sani per loro), con un disco che batte (appunto) dove il dente duole, tra le gengive arrossate della società, anche se molti di noi – quelli della minoranza Salafita della critica – lo bollano di retorica light, al limite dello smilzo e invece è tutt’altra cosa.

Carne con gli occhi è carne rossa doc, sanguigna e roboante dove Gulino e ciurma domano le onde inverse del romanticismo con la grancassa dell’attacco, con quel “guerra alla guerra” di scintille e roarr che mettono idrogeno liquido ad un ipercinetico flusso di parole sciorinate ad una velocità di presa Luttazziana, concetti dritti per poetiche storte a bagnomaria in un mid-noise tra teatro e rabbia sbavata.
Basta semplicemente un giro di giostra in mezzo alle dodici spine della tracklist per trovarsi nel centro focale della loro pressione venosa -che in fondo si mantiene a livello sin dagli esordi- per essere regolarmente ricattabili circa la postazione di un’intelligenza emozionale: o di qua o di là della barricata sonora, e noi con i nostri passati da “bastian contrario idealisti” restiamo fieramente di qua a fare le staffette tra questi percorsi sonanti, liberi di scorrazzare tra le mitragliate sincopate “Muratury”, di bestemmiare sopra la voce registrata di una signorina virtuale che ti annuncia -troncando un bel ritmo surf-  che il tuo credito è esaurito “Le cose più belle son quelle che durano poco”, felici di ripescare il cuore tenero basale del gruppo “Coincidenze”, eccelsa poesia che ti scalmana in 5+1 minuti, sporcarsi dei colours di “Cromatica” e ridere/incazzarsi sulla piece teatralsonica messa in scena in “Camerieri”, ballata al truce precariato e discriminatoria di quel che avviene -nella risposta- ad un chiedere se si può e se c’è in giro un posto di lavoro.
I Marta sui Tubi hanno i nervi tesi e l’anima in panne, ma è uno stato d’animo e un malessere cantato e suonato che ci piace e tiene svegli come una caffettiera di caffè bollente alle quattro e un quarto della mattina, ed è questo che dalla nostra musica verace pretendiamo, vogliamo. E i Salafiti della critica? A scavar tuberi post-.wave!

TRACKLIST:
Basilisco
Cristiana
Le cose più belle son quelle che durano poco
Al guinzaglio
Carne con gli occhi
Camerieri
Di vino
La canzone del labirinto
Muratury
Coincidenze
Il traditore
Cromatica

Max Sannella

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