Luca Madonia_ L’alieno
Dalla purpurea cortina dei Denovo della new-wave tricolore alla fresca scioltezza di un rifiorire nella tradizionalità floreale della “Canzone melodica”, Luca Madonia si circonda di “picciotti” di calibro come La Cantantessa Consoli e il Maestro Battiato per ricamare un disco profondo e gioioso che sa di mandorle e bergamotto all’ombra dell’Etna.
La Catania dei grandi versi è tutta qui, catalizzata dalla fresca frenesia poetica del cantautore Madonia, manca solo il sorriso di Virlinzi, ma credo che tra le corde della chitarra o in qualche altro spazio della tracklist il suo sorriso lanci messaggi come un led d’amore; l’idea che il cantautore sparge come polline inebriante è quella di chi non resiste alla tentazione di dare ad ogni sua uscita discografica la certezza inequivocabile di avere una “riserva concentrata di bellezza”, dove attingere parsimoniosamente perle musicali rigeneranti o un unguento miracoloso di parole per ammorbidire le momentanee secchezze di dentro.
L’alieno, ultimo disco dell’artista siciliano – anche motivo di delusione profonda di molti fan per la scelta di calcare il palco dell’Ariston Sanremese con Battiato, e di conseguenza bollato “reo” di avere incrinato per sempre la “sfera di cristallo alternative” per vendersi l’anima sulla “maxima bancarella commerciale” – è un flusso continuo di benessere certificato, il calcolo sognante di chi ha fatto sempre e comunque bei dischi, di chi ha istruito un lessicale rapporto speciale tra profondità e classe, un confronto sincero denudato dall’urgenza di dimostrare che la sua penna sia meglio di tante altre, che i suoi voli siano più vorticosi di tutti.
Quattro composizioni originali, due splendide riletture di “Eternità” dei Camaleonti anni 70 e “La notte dell’addio” di Iva Zanicchi anni 60 e la ristrutturazione d’arrangiamento di un vecchio slow “Il vento dell’età” insieme alla Cantantessa Consoli; l’eccellenza di quest’album è l’umanità sonora che ruba il mestiere al vento, che si fa balneare nelle aspettative di un amore “L’alieno” con Battiato alle spalle, riflette nell’amarezza “Non è un gioco”, spasima nella sinfonia ”Il meglio arriva domani” dando fondo alla speranza “Le occasioni della vita”.
Melanconico e sensazionale, aristocratico nella forza e umile nel portamento, L’alieno si fa ascoltare senza sensi di colpa, quella di Sanremo rimane solamente una piccola parentesi qualunque, mentre sul lettore gira promessa rinnovata di uno stile agrumato e tonico che ha un solo difetto: la sincerità di essere semplicemente se stesso, in altre parole l’identità inconsapevole di essere “sopra”. Questo è il difetto, pensate ora ai pregi!
TRACKLIST:
L’alieno (Feat. Franco Battiato)
Non è un gioco
Il meglio arriva domani
Eternità
Le occasioni della vita
Il vento dell’età (Feat. Carmen Consoli)
La notte dell’addio
Max Sannella
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