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LETTERATURA_ Il genocidio dell’indigenza: Giovanni Di Iacovo

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lorenzo.pellizzaro-letteraturaUn ordinato plotone di immensi Chupa Chups, crocette e minacciosi Teletubbies introducono il book trailer realizzato da Virginia Capolungo per Tutti i poveri devono morire. Su un sottofondo musicale di violoncelli e viole, in tight viola (anche lui) l’autore Giovanni Di Iacovo.

Pescarese “emigrato a Roma per il 1° maggio“, anticipa la trama del suo libro sul genere antiutopistico in cui, una società votata allo snobismo e alla perversione, prevede lo sterminio di coloro che hanno un reddito basso.
Durante il reading in due tempi una venere dark gli tatua sul petto nudo “Kill the poor” mentre Di Iacovo inneggia ad un perversione sincera, non intesa, come avviene spesso, necessariamente in senso negativo, ma a quella perversione felice e gioiosa di chi vuole vivere la propria sessualità in modo libero, contrapposta alla depravazione del potente che invece approfitta del corpo di chi è più sfortunato di lui. “Mi auguro che tutti siano nel mondo così felici e benestanti che possano vivere il sesso senza obbedire al sesso degli altri”. Il reading fiabesco si conclude, almeno nel primo tempo, sulla colonna sonora di Nightmare before Christmas, mentre si ripresentano sullo schermo alle spalle dell’autore i Teletubbies, di cui Di Iacovo spiega l’ossessiva presenza: “Questi pupazzi buffi e paurosi mi inquietano, non capisco come facciano a un bambino a sembrare teneri dei personaggi paurosi, che si muovono in un panorama alla Linch. Nei paesi islamici le puntate in cui c’è il Teletubbi viola sono proibite, oscurano le puntate in cui lui ha un ruolo perché considerano il colore viola come un simbolo di omosessualità. Queste due cose mi hanno fatto pensare che i Teletubbies meritassero almeno il prologo.”

Milena Mariano

3 maggio 2011, Giovanni Di Iacovo, letteratura, martelive 2011, martemagazine, Milena Mariano

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