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Areamag: non è mai tardi per avere un’infanzia felice

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[MUSICA]

20110127-DSC_5355_copyROMA- L’Asino che vola: un piccolo palco, in una piccola grotta, sul soffitto tanti cd sospesi che sembrano stelle, cuscini, pouf e sulla scena domina con fierezza un contrabbasso, accanto a lui, una chitarra acustica. Niente fronzoli, niente fonico, nessuna amplificazione per il concerto che Areamag, al secolo Gabriele Ortenzi, ci presenta stasera.

Fil-rouge del live è il Dio per eccellenza: “L’amore”. Con Ortenzi (voce e chitarra) Sergio L’Amore, contrabbassista dalla personalità brillante e con uno spiccato sense of humour. Il sentimento più decantato da poeti, filosofi e musici, Areamag lo canta con le parole dei suoi brani, tratti dall’album Si salvi chi può uscito ad ottobre ed autoprodotto, e con delle bellissime cover che sarebbe più giusto chiamare rivisitazioni.

Nonostante il concerto sia in acustico, non diventa mai noioso. I due musicisti si destreggiano tra musica e battute, raccontando e implicitamente raccontandosi.
Quello che salta agli occhi o meglio alle orecchie è un gioco di suoni puliti. Ortenzi è molto sperimentale e la voce non la usa solo per cantare, a volte diventa base degli stessi brani e non è mai fuori luogo, anzi sempre piacevole. Sembra un bambino che si diverte a scoprire, conoscere, senza preoccuparsi di quello che gli altri penseranno. Gli effetti sono i suoi lego, la musica la sua pasta pongo e con la stessa innocenza di un bimbo è davanti ai suoi spettatori coccolato dagli applausi e dalle fedelissime, che cantano e ballano i suoi pezzi.

Ortenzi e L’Amore sembrano la Volpe e il Piccolo Principe di Saint-Exupéry, necessari l’uno per l’altro durante il concerto, complici nella musica e nella burla.

I brani di Si Salvi Chi Può si inseriscono perfettamente nel filone del cantautorato romano, quello alla Silvestri per 20110126-DSC_5800_copyintenderci, ma con una sana immaturità, quella che rende perfetti. Parlano di vita, di quotidianità, del sentirsi a volte fuori luogo in mondo imperfetto, cogliendo i disagi di un uomo solo, in una società che è solo un insieme di individui che non sanno stare al mondo. Quando hanno riproposto “Una Ragazza In Due”, brano portato alla fama negli anni ’50 dai Giganti, la gente è esplosa in un applauso, stessa sorte per il brano più celebre di Ortenzi &Co. “Feisbum”, che è una presa in giro a noi stessi e sulla quale si sorride, perchè il nostro grillo parlante ci ricorda quanto sia vera la nostra conclamata, o meno, dipendenza dal web.
Un concerto piacevolissimo, arricchito dall’atmosfera fanciullesca e dai sorrisi. Come il fanciullino del famoso poeta, quello che ci portiamo dentro e guai perderlo. Guai smettere di essere curiosi, guai smettere di essere un pò innocenti. Questo il messaggio che arriva dalle corde morbide del contrabbasso e della chitarra, perchè forse restando fanciullo puoi ancora indignarti, puoi ancora guardare con onestà ciò che hai intorno, puoi ancora sperare di essere salvo.

Ornella Stagno
Foto di Federico Ugolini 

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