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Arte moderna e contemporanea ad Arezzo

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[ARTI VISIVE]

image001AREZZO- Ad Arezzo, dal 17 al 21 Marzo, è stata di scena l’arte “giovane”, nella splendida cornice di una città che da secoli è stata centro propulsore di correnti artistiche e fornace di grandi esponenti della cultura italiana nel mondo.

Ha dato i natali a Petrarca e a Buonarroti, al Vasari e a Guido Monaco, all’Aretino e a Fra’ Guittone d’Arezzo: una città, quella aretina, ed una terra, quella toscana, da sempre intimamente legate a tutto ciò che è arte e cultura in Italia. Da sempre. Sono state raccontate musiche e nuove opere, hanno preso forma nuove correnti artistiche e creazioni innovative, si è forgiata la storia dell’Italia e di ciò che è italiano nel mondo. Ma oggi?
In questa splendida terra e fornace di cultura è stato presentato un progetto ambizioso, addirittura audace, in un momento storico italiano in cui la cultura non solo non viene promossa, ma viene spesso oscurata e boicottata. E tale progetto ha un nome: Artexpo- Mostra Mercato di Arte Moderna e Contemporanea. Dal 17 al 21 Marzo, qui, ad Arezzo Fiere e Congressi, è tornata di scena l’arte, ma questa volta è quella giovane che tenta di dettare nuovi trend e nuove forme di interesse culturale.

La prima Edizione di Artexpo Arezzo, riservata alle Gallerie ed all’Editoria d’Arte, ha portato una ventata di novità artistica nel territorio: centodiciannove gallerie nazionali ed internazionali, sette accademie di Belle arti, 17 case editrici, il tutto per 17.500 mq di area espositiva. Ed il numero di biglietti staccati fa ben sperare su una riproposizione per il 2012.
All’interno della 4 giorni tutta arte e cultura, una splendida retrospettiva dedicata a Mario Sironi a cinquant’anni anni dalla scomparsa. Ben 100 opere che coprono il percorso artistico di Sironi dal 1915 al 1961, in una esposizione curata da Andrea Sironi-Straußwald, Claudio Spadoni ed Estemio Serri, coadiuvati dalla fattiva collaborazione con la Edizioni d’Arte Cinquantasei Bologna che ha fornito molte delle opere esposte e che ha curato il ricco catalogo che supporta la retrospettiva.
Ma anche tante conferenze per dotti e neofiti, con protagonisti assoluti De Chirico, Giorgio Vasari, Ennio Calabria e Dario Ballantini.
Lodevole, in sintesi, il giudizio sull’iniziativa degli organizzatori e dei patrocinanti. Perché occorre investire nella cultura. Perché è importante proporre nuove forme di investimento e nuovi tavoli di contrattazione su tutto ciò che è arte e fa arte. E perché, come diceva il buon Warhol, “Fare denaro è un’arte. Lavorare è un’arte. Un buon affare è il massimo di tutte le arti”.  

Francesco Salvatore Cagnazzo

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