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Valdarno Jazz Festival

D._Malvisi_G.Scaglia_Foto_di_Carlo_Braschi
[MUSICA]

D._Malvisi_G.Scaglia_Foto_di_Carlo_BraschiVALDARNO- Il 5 febbraio presso l’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini (AR) si è aperta la XVII edizione del Valdarno Jazz Festival.

In calendario appuntamenti appassionanti tra cui ricordiamo Enrico Rava Standards il 24 febbraio a San Giovanni Valdarno (Ar) per poi chiudersi il 7 aprile con Gian Maria Testa e Gabriele Mirabassi. La formazione Daniele Malvisi Quartet (Daniele Malvisi: Sax, Paolo Corsi: Batteria, Giovanno Conversano: Chitarra, Gianmarco Scaglia: Contrabbasso) ha accolto ospiti illustri di segno opposto. Nella serata inaugurale con il quartetto sul palco si sono avvicendati musicisti emergenti del territorio. Nel secondo incontro Convesarzioni musicali con Paolo Fresu, una piacevole chiacchierata svolta tra il trombettista e il giornalista Neri Pollastri ha permesso di conoscere le ragioni di certe scelte e le motivazioni che si riflettono anche nell’approccio musicale dell’arista. A seguito un’intensa e vivace esibizione, dove si evidenziava la voglia di creare musica insieme.
L’impegno dei due direttori artsistici della rassegna Daniele Malvisi e Gianmarco Scaglia ha come obiettivo di accrescere la conoscenza del Jazz. I concerti rappresentano il momento più visibile, da ricordare incontri dedicati alla storia e all’ascolto guidato, in particolare l’attenzione verso i giovani. Fresu parlando della sua esperienza, legata al successo Timejazz, festival di musica che si svolge nel suo paese natale Berchidda (OT), ha sottolineato come non più le grandi città, ma la provincia si stia affermando come propositrice e innovatrice, quindi non più come luogo secondario.
In un breve colloquio, Daniele Malvisi ammette le soddisfazioni del fare crescere un festival jazz lontano dai importanti centri urbani.

Giunto alla sua XVII edizione, puoi affermare che il festival abbia contribuito a far conoscere il Jazz nella realtà locale? Non solo nel parametro immediato di presenze di spettatori, ma anche in effetti indiretti: un maggior numero di giovani che si approcciano a questo genere di musica.
Senza falsa modestia, credo che in Valdarno abbiamo fatto e stiamo facendo un ottimo lavoro, soprattutto per far capire che questa musica oggi è attuale più che mai. Ci stiamo impegnando assiduamente per far comprende che questa musica è tutt’altro che un esperienza di nicchia, ma una delle più importanti realtà culturali del momento.

L’adesione al Network Sonoro, il coordinamento di concerti e attività musicali che nasce dalla collaborazione tra Music Pool, Musicus Concentus, Tempo Reale, realizzato con il contributo della Regione Toscana, ha influenzato il modo di organizzare e gestire il festival.quali sono i vantaggi del network?
Fondamentalmente la nostra adesione al Network ha contribuito a una migliore promozione diffondendo la comunicazione degli eventi del festival in tutta la regione. Inoltre ci consente di avere facilitazioni consistenti per l’ingaggio di grandi musicisti, ma sostanzialmente lo spirito festival e la sua mission sono rimasti inalterati.

Prima che direttore artistico sei un saxofonista, hai collaborato tra gli altri con William Paker, Danilo Rea Paolo Fresu,quanto il tuo essere musicista contribuisce alla visione organizzativa?
Vorrei sperare di si, nel senso che probabilmente il fatto di essere un musicista mi permette di conoscere in modo più approfondito i nostri ospiti e probabilmente mi consente la possibilità escusiva di chiedere loro un approccio particolare ed esclusivo al nostro Festival. Non di rado dalla loro esperienza a Valdarno Jazz Festival sono nati alcuni nuovi progetti musicali che poi sono stati proposti in altri festival nazionali ed europei.

Maria Luisa Bruschetini
Foto di Carlo Braschi

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