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Eduardo: più unico che raro!

teatralmente
[TEATRALMENTE]

teatralmenteTratto dagli atti unici di Eduardo De Filippo, lo spettacolo Eduardo: più unico che raro! con Rocco Papaleo e la regia di Giancarlo Sepe, è stato in scena dal 26 dicembre al 9 gennaio al Nuovo Teatro Ambra (Jovinelli) di Roma.

L’attore lucano ha inaugurato la nuova vita del teatro dell’Esquilino, si tratta della prima performance sul palco in piazza Guglielmo Pepe 43, dopo che le difficoltà economiche lo avevano costretto all’ennesima chiusura.
La rappresentazione si apre con un’immagine cinematografica che ci mostra, come fu nella realtà, la compagnia dei De Filippo in frequente tournée, immagine successivamente rinforzata dagli Eduardo-pi-unico-che-raroscomposti movimenti degli attori in viaggio, su quei treni sgangherati dell’ante e purtroppo del dopoguerra.
Il primo atto unico è Pericolosamente interpretato da Papaleo a cui seguono due brevissimi atti unici, Occhiali neri interpretato da Antonio Marfella, Simone Spirito e Angela De Matteo e Filosoficamente, interpretato da Giacomo Schiano e Antonio Spadaro, infine il “più unico che raro” SIK SIK, l’artefice magico.
L’ultimissimo atto è La voce del padrone, una specie di “prova d’orchestra” pre-felliniana, al quale partecipa l’intero gruppo e nella quale ha il suo giusto risalto, senza nulla togliere agli altri, l’attore storico degli ultimi trent’anni degli spettacoli diretti da Giancarlo Sepe, Pino Tufillaro.
Cosi il regista Sepe: ‘Per un napoletano la lettura degli atti unici è come un affaccio su di una viuzza piena zeppa di persone che s’incontrano, si parlano addosso, si amano e si spiano, persone che cantano e si disperano, mentre la vita scorre dando l’impressione di non aver bisogno di esseri così comuni e così vittime di quelle piccole tragedie quotidiane fatte di niente e di tutto. Beckett scrive: “non c’è nulla di più comico dell’infelicità“. Penso che specie negli atti unici Eduardo e Beckett parlino la stessa lingua’.

Gabriella Radano

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