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Omaggio ad Arvo Part

Arvo_Prt_foto_K._Kikkas
[MUSICA]

Arvo_Prt_foto_K._KikkasROMA- Non a caso in data d’immacolata concezione – così come angeliche e ultraterrene sembrano le sue partiture – Arvo Pärt è tornato a Roma l’8 dicembre per concludere il lungo ciclo di concerti e serate celebrative dei suoi 75 anni, un percorso iniziato tra le sale dell’Auditorium già nella stagione scorsa.

Nell’occasione odierna, in un concerto omaggio, sono state presentate le ultime creazioni del compositore estone, prossime di pubblicazione in un nuovo disco per la celebre e meritoria etichetta Ecm di Manfred Eicher, quest’anno a sua volta collaboratore a più riprese di Contemporanea, la rassegna che offre a Roma un cartellone ricco di nuove produzioni musicali, visuali e performative pensate esclusivamente per e con il Parco della musica.
Attivo fin dagli anni ’60 nel campo della sperimentazione avanguardistica (dalla musica seriale al minimalismo), Pärt ha progressivamente optato per un metodo compositivo di rigorosa semplicità, uno stile inedito chiamato tintinnabuli, costruito interamente su triadi e scale tonali, allestendo in tal modo un personale universo sonoro in cui la voce umana (di ascendenza dal canto sacro barocco ecello8ctet-vi gregoriano) si mescola agli archi e ad altri apporti orchestrali.
Graduali, lente e delicate successioni ascendenti o discendenti di suoni, affidate di volta in volta alla solennità gelida e alla compostezza ultraterrena del coro dell’ensemble vocale di musica antica Vox Clamantis, all’Amsterdam Cello8ctet o ai solisti del PCME.
Una sosta estatica e angelica su per le vette interiori, tra melodie elementari, niente virtuosismi e un’attenzione particolare al silenzio. Le candide note delle vette estoni come un segno di ineccepibile ordinata pace, funzionano con esattezza come necessario stacco dal vorticoso dibattersi metropolitano. In disaccordo con l’accelerato spirito dei tempi, Arvo Pärt viaggia in verticale e in profondità alla mistica ricerca di un’unità, fuori dal caos, tra suggestioni arcaiche e un senso di serena alterità lontanissimo dai “surfisti” di superficie della moda presente.

Salvatore Insana

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