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Turin Photo Festival

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[ARTI VISIVE]

slide1TORINO – “Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare”. Nadar
Ancora una volta il Piemonte protagonista e Torino capitale morale del linguaggio artistico fotografico.

Solo nell’ultimo periodo si sono svolti e sono tutt’oggi in corso molteplici rassegne fotografiche, quali (solo per citarne alcuni esempi): Ivrea Fotofestival al suo esordio come primo esempio di luogo di incontro della fotografia indipendente italiana; Terra Madre nel cuore storico della capitale sabauda, nella quale si fondono insieme salvaguardia della biodiversità e rispetto dell’ambiente e delle persone; fino ad arrivare al Turin Photo Festival giunto alla sua terza edizione, svoltosi dal 1 al 9 ottobre, che pone enorme attenzione al tema dei diritti umani. Oltre 50 fotografi professionisti, provenienti da diversi paesi tra cui il Brasile (paese ospite insieme alla Francia).
Molteplici location hanno dato vita all’evento: Torino, con la suggestiva “Città della Luce” – Ex Manifattura Tabacchi – splendido esempio di archeologia industriale oggi sede dell’Ufficio Immatricolazione dell’Università di Torino e la provincia, con il medievale Castello di Montaldo, presso Montaldo Torinese.
Otto giorni di passione fotografica nella quale si è riflettuto sull’”Invisibilità dell’Evidenza”, ovvero sulla capacità che la fotografia ha di soffermarsi  (come affermato dagli stessi organizzatori Mauro Villone e Lidia Urani) “sulle piccole e grandi realtà che troppo spesso sfuggono alla vista comune, ma non all’occhio attento del fotografo”, capace di cogliere ogni sfumatura del reale rendendo l’ordinario straordinario.

Fotografi di strada, fotoreporter e artisti sono riusciti a dare vita, all’interno degli spazi dell’Ex manifattura Tabacchi, ad un vero e proprio progetto sperimentale teso a rendere Torino punto di riferimento internazionale per il mondo della fotografia. Si è così creata un’opportunità di riflessione sul mondo dell’immagine come messaggio sociale, non più solo vista come “spazio della contemplazione” ma, anche e soprattutto, “spazio dell’azione”. Come spesso accade per eventi non appartenenti alla “Sfera Istituzionale”, anche per il Turin Photo Festival i tagli ai finanziamenti alla cultura hanno significato l’insorgere di problematiche risolte brillantemente dall’organizzazione, che si è presa quasi interamente carico della programmazione e allestimento dell’evento. Doveroso a tal riguardo un accenno al contributo offerto dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione bancaria CRT e Camera di Commercio di Torino, oltre che al contributo tecnico di BBAutoengineering.
Secondo Enzo Obiso, uno dei più rinomati fotografi della scena contemporanea, che nel corso della sua ventennale attività è entrato direttamente in contatto con l’amico Mauro Villone, è fondamentale sottolineare l’importanza del Turin Photo Festival all’interno del panorama artistico: finalmente i giovani artisti emergenti possono trovare spazio per comunicare i propri lavori attraverso le immagini.
Gli artisti, con le loro opere fotografiche, lo spazio espositivo circostante con la partecipazione stessa del pubblico sono riusciti a dare vita  ad un vero e proprio modello democratico, nella quale ogni elemento concorre in eguale misura a divenire veicolo attraverso la quale testimoniare  un messaggio prima di tutto sociale oltre che artistico.
Tale volontà viene incarnata nell’edizione 2010 negli scatti di alcuni dei più affermati fotografi italiani e brasiliani, tra cui Milton Guran, antropologo dell’Università di Rio De Janeiro e anima di “FotoRio”.

Info: www.turinphotofestival.com
info@turinphotofestival.com.
Su Facebook il Gruppo Turin Photo Festival

Iris Arbasetti

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