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R.R., Fantafornication

fantafornication

fantafornicationLIBRO- “Nel mondo dell’immaginazione è sparito il lieto fine.” E già questa affermazione da sola basterebbe a farci mettere le ali virtuali agli occhi per leggere tutto d’un fiato la prima fatica letteraria del famigerato R.R. (Ronald Reagan?!?), Fantafornication. L’immaginario violato, edito da Montag nella collana Le Fenici.

E’ un mondo alla rovescia quello che incontriamo nelle pagine di questa raccolta di racconti (il cui autore, vincitore della Sezione Letteratura al MArteLive 2010, è ospite proprio questa settimana nelle nostre interviste) e nella quarta di copertina si legge: “parliamoci chiaro, in una società come la nostra, la netta distinzione tra Bene e Male risulterebbe ormai una storia incredibile. Il vizio si vende meglio, l’eroe passa per i sobborghi, si ferma dagli spacciatori o in una squallida bettola di periferia a bersi un drink e soltanto alla fine andrebbe a fare i conti con la morale”.
Pessimismo cronico o ottimismo d’intenti? Luca Vecchi nella sua versione americana (R.R.) che rifà il verso ad una celebre canzone dei Red Hot Chili Peppers, ci presenta il mondo dell’immaginazione, il mondo edulcorato della nostra infanzia messo k.o. dall’imperativo sociale per cui i sogni stanno bene solo dentro una cassetta di sicurezza.
Ed è così che ci scontriamo con miti che crollano miserabilmente sotto i colpi della realtà: Pinocchio diventa un ubriacone abbandonato da tutti costretto a vendere la falegnameria all’imperialistica Ikea; un coniglio marchio Trudy, compagno d’infanzia, che uccide il fidanzato della bambina ormai donna che lo aveva amato profondamente; una tartarughina di sabbia che si suicida nei flutti marini; Pi- Key, topo ex campione dei pesi massimi, che diviene il simbolo della lotta alla droga e all’alcool che rimarrà ucciso dalla mafia; il back stage tutt’altro che edificante di uno dei film “storici”, Titanic; Cicciobello, arma di distruzione di massa e Big Gym che tenta di salvare Barbie Raperonzolo e il Principe Ken dall’egemonia dei videogiochi; la celebre Amy delle Sailor Moon che fa la puttana di strada; Winnie The Pooh che diventa il prototipo del “cattivo” orsetto, distrutto da un mondo cattivo; Babbo Natale che diventa assassino di pedofili… Ce n’è davvero per tutti i gusti e per tutti i personali orrori.

Dal gusto spiccatamente cinematografico, il senso dell’immagine che travalica le parole riempie il racconto e lo infonde di figure forti, anticonvenzionali e decisamente oniriche. Il risultato è che il cuore pulsante dell’immaginario del lettore ne esce fuori confuso e contuso, in un Universo parallelo, dove il prototipo della famiglia del Mulino Bianco come minimo ha all’attivo almeno tre cadaveri nel frigorifero.
Con un linguaggio semplice e diretto, a volte anche eccessivo, “forte”, nei modi, nei tempi e nel senso, Luca Vecchi colpisce il nucleo centrale della società sviluppandolo in una nuova direzione. E’ così che scopriamo che esiste un nuovo mondo fatto di fornicazioni inconsuete, dove il lettore non sa mai cosa gli capiterà davanti.
Un po’ John Fante un po’ Bukowski, un po’ tutta quella letteratura americana che vuole fare a pezzi una società consumistica e parossistica, Luca Vecchi incanta e fa a pezzi l’ego smisurato del bambino che è in ognuno di noi, prendendo l’immaginario collettivo e stuprandolo con il paradossale. Ma davvero l’intento è solo quello di coniare un esperimento d’indagine sociale, come recita la quarta di copertina? A voi l’ardua sentenza…

R.R., Fantafornication. L’immaginario violato, Montag, pag. 112, € 12

Edyth Cristofaro

Edyth Cristofaro, Fantafornication, letteratura, Luca Vecchi, martelive, martemagazine, Montag Edizioni, R.R., Recensione

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