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Natale 2004, non sempre si è più buoni

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[TEATRO]

natale20041ROMA- Vigilia di Natale, una sera come tante altre in un commissariato di polizia (presumibilmente del Nord Italia). La festività viene percepita da lontano, risuona nella routine del lavoro dei poliziotti di tanto in tanto spezzata dai piccoli riti che in questo genere di ricorrenze si ripetono puntuali: la canzone del collega, il panettone, lo spumante, le telefonate di auguri.

Anche per i delinquenti sembra essere un giorno come un altro per tentare di operare indisturbati.
L’ordinarietà della serata dei poliziotti viene d’improvviso definitivamente interrotta dall’irruzione dell’ispettore Petri che, libero dal servizio, ha appena fermato il senegalese Diop Mbaye, immigrato irregolare, che qualche giorno prima aveva costretto lo stesso alla fuga sotto gli occhi stupiti e indignati dei negozianti che avevano richiesto il suo intervento.
Quella notte al corpo di guardia del commissariato sta prestando servizio Setta, un giovane agente della polizia, che da qualche anno si dedica con passione al teatro e che si trova in profondo conflitto con il suo superiore, per quanto riguarda la visione professionale e umana delle cose. Assistere al regolamento di conti dell’ispettore con il senegalese non farà che confermare il divario tra i due e costringerà l’agente Setta a riconoscere la contraddizione morale in cui sta vivendo e, al contempo, ad accettare amaramente la sua incapacità di opporsi al sistema, in cui si sente intrappolato e che lo avvolge però in maniera inevitabile.

Queste le vicissitudini raccontate nello spettacolo di Roberto Testa Natale 2004 in cartellone al Teatro Vittoria dal 5 al 10 ottobre per la regia di Stefano Messina, un’opera che in maniera non ingenua affronta contenuti impegnativi, quali la vendetta giustificata dalla legge del più forte, l’autorità declinata nella forma di chi la esercita, grazie al potere che ricopre e nella sua forma universale di meccanismo umano, per cui ognuno nel suo piccolo si sente superiore all’altro – Petri su Diop e su Setta, l’agente Marcolin sui suoi colleghi “terroni” e sugli immigrati, l’agente De Michele sulla giovane Tina invaghita di lui – mostrando le estreme conseguenze di tale atteggiamento attraverso il personaggio di Petri in cui sfociano nella violenza verbale, fisica, nel razzismo, nella vendetta e nell’abuso.
E’ così che con Natale 2004 si assiste a una tanto drammatica quanto, nella sua antiteticità con lo spirito della festività, paradossale favola natalizia sul male nelle sue manifestazioni più quotidiane, banali e gratuite, in una rappresentazione che si concentra sull’inspiegabilità di esse e sull’assurdità dell’impotenza rispetto agli ideali che difficilmente è possibile affermare, per cui spesso ci troviamo ad adeguarci a contraddizioni morali cui aderiamo senza nemmeno rendercene conto, che l’ipocrisia che nutre lo spirito di alcune feste comandate non fa che far emergere e mettere in luce.

Alice Salvagni

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