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Zadriskie Point 4!!

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[TEATRO]

12zadriskiepoint4_locandinaROMA- Ovviamente non si tratta del film del 1970 di Michelangelo Antonioni, il drammatico Zabriskie Point. Questa è invece la quarta versione, riveduta ed aggiornata, dello spettacolo teatrale di Marco Zadra, andato in scena dall’11 al 31 Maggio al Teatro de’ Servi a Roma.

Doverosa premessa: non mi diverte la comicità al teatro e non impazzisco per il cabaret né sul palco né tanto meno in tv. Ma lo spettacolo “zadriano” è stata una piacevolissima sorpresa: l’arte dello show man in questione è brillante e spumeggiante. Non annoia mai e si reinventa senza sosta, per due ore in cui si ride di gusto e con gusto. Davvero scarse le cadute di stile, amenità lontane dal testo e la costanza di una ironia ed eleganza ineguagliabili, dinanzi ad una platea che applaude ed interagisce in diretta alle strampalate battute e gag di uno Zadra impazzito.
Tali schizofrenie, causa di una salute precaria dello stesso, tra attacchi di panico e distonie neurovegetative, creano realtà alternative e sketch impossibili su di un palco che si affolla di personaggi improbabili che volano, si allungano, duellano e dibattono su tutto e niente.

“Zadriskie Point” è il nome del Jazz Café gestito da un entourage di dubbia serietà e professionalità: l’artista ipocondriaco, il barman (poco) sordomuto e la ballerina zoppa. Ma dalle finestre, nelle toilettes e dalle porte si sprecano i Batman e Robin, Mr. Fantastic, Gladiatori, English Man by London e ballerini dalle spaccate verticali pelose. Zadra “monologa” davanti ad un pubblico attento ed incuriosito, racconta di sé, del mondo dello spettacolo e dell’arte, dei suoi rapporti con la psycho-loga calabrese. Ma anche di comunicazione, dizione, geografia e del suo caro amico cane, affetto anche lui da sindrome maniaco depressiva. L’olio che condisce, amalgama e ne arricchisce il sapore, è quello dell’ordinarietà che rende tali psicosi e vaneggiamenti quasi quotidiani. L’artista, interrotto in continuazione dal cast-spalla, con quella sua genialità impregnata di follia, “improvvisa” anche balletti di tip tap ed ottime esecuzioni al pianoforte.
Non c’è un filo conduttore tra le vicende raccontate: sono episodi irreali di una vita reale condita da irrealtà/illealtà. Eppure è la dimostrazione di una poliedricità artistica sempre più rara: un artista che si rifugia nelle sue fantasie per fuggire da una società che perde la voglia di sognare, innovarsi ed inventarsi. La sorpresa, l’imprevedibilità, l’assurdo, fanno parte della scenografia da pub americano: nulla è dettato dal caso, ogni cosa si trova al posto giusto per un motivo. Zadra, ideatore e curatore dello spettacolo, recita con uno stile da pseudo-improvvisazione, ma dà il meglio di sé quando questa diviene reale grazie ad un pubblico che si bea della sua follia e si accosta al pub come alla propria casa. Coadiuvato perfettamente da Tiko Rossi Vairo, Antonella Salerno, Barbara Marzoli, Gianluca Mandarini, Fabio Gallo, Alessandro Frittella, Antonio Ruggiero, Stefano Santini, il cast diverte perché sono loro i primi a farlo. La comicità diviene così arte di qualità, con tanto di bollino (di origine controllata) di Garanzia.

Francesco Salvatore Cagnazzo

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