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The Houseboy

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[TEATRO]

the_houseboy2ROMA- Dal 18 al 23 maggio, al Colosseo Nuovo Teatro di Roma, è stato rappresentato lo spettacolo di produzione italo/americana The Houseboy, tratto dalla sceneggiatura originale del film omonimo di Spencer Schilly.

Sembra fantascienza ma sembra che, oggi come oggi, esistano figure come l’houseboy, ovvero un ragazzo “alla pari”, un maggiordomo o colf che oltre a tenere ordinata la casa dividerebbe anche il letto con la coppia ospitante: un factotum ante litteram! E partendo da questo il regista Massimo Stinco racconta il microcosmo di una casa dove si consuma un (inquietante) ménage à trois pochi giorni prima di Natale. Un equilibrio lavorativo-sentimentale che dura da quasi un anno, ma che si spezza nel momento in cui Ricky (Fabio Maffei) scopre casualmente che i suoi  padroni al ritorno delle vacanze natalizie lo sostituiranno con un nuovo avvenente ragazzo. Cosa fare, allora? Accettare stoicamente di essere diventati inspiegabilmente obsoleti o lasciarsi andare in un autodistruttivo turbine di lussuria con chiunque sia a portata di click in chat?
Il protagonista sceglie la seconda, ma mentre premedita come togliersi la vita incontrerà fra tanto sesso vuoto il vero amore camminando nelle vie del quartiere.

Vietato ai minori di 18 anni per ovvi motivi, nudi e scene di sesso a go go (ma quanto realmentethe_houseboy3 necessari e non semplice specchietto per le allodole?), The Houseboy risulta un’operazione riuscita solo a metà: interessante la storia, le soluzioni scenografiche per ovviare ai cambi di scena e la capacità di ibridare il registro comico con quello drammatico, ma non sempre gli attori sono sembrati all’altezza del ruolo. Colpa anche di una sceneggiatura che non sempre ha consentito ai caratteri di esprimersi a sufficienza; lo stesso personaggio del protagonista risulta poco approfondito rispetto ad un percorso di sofferenza che emerge più per empatia del pubblico. L’entrata in scena di Mamma Natale (Regina Miami) aiuta un po’ a sollevare lo spettacolo nei momenti meno avvincenti e, rispetto ad una recitazione non poi così brillante della media del cast, spezziamo una lancia a favore di Simone Marzola, un Blake enfatico e sognatore, Fabio Maffei (anche se un po’ monoespressivo) e dello stesso regista Stinco che interpreta un sieropositivo: forse l’unico caso, quest’ultimo, in cui alle nudità statuarie si è preferito dare un po’ di sostanza.

Angelo Passero

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