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Saw VI, regia di K. Greutert

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saw2201CINEMA- Splutter vincente non si cambia! Deve essere questo il saying che ha spinto i produttori a dar vita all’ennesimo sequel di Saw, nonostante qualche piccola emorragia al botteghino negli ultimi anni. Il sesto atto della saga dell’Enigmista si apre con molte conferme e ritorni a sorpresa.

E se l’agente speciale Strahm è morto, a ridare linfa alla narrazione c’è un ritorno “dall’oltretomba” di Amanda, che dal terzo film tutti credevano morta, e l’ambiguo detective Hoffman che porterà avanti i diabolici piani di Jigsaw. Al centro di questo ultimo capitolo un assicuratore senza scrupoli che si troverà davanti a una macabra giostra e con un ingrato compito: scegliere chi merita di vivere e chi no, un po’ quello che l’uomo ha fatto negli ultimi anni negando pagamenti ai suoi assistiti.
Ma perché raccontarvi altro? D’altronde si può parlare di trama con Saw? Sembrerebbe di no, vista l’incompiutezza degli episodi e i finali sempre aperti, che rimettono sempre tutto in discussione…in un continuo gioco di richiami e flashback.
La visione junghiana dell’espiare i propri peccati per trovare la salvezza è un po’ il leit motiv di questo torture porn dove il sadismo, soprattutto nelle prime scene, è talmente forte da colpire anche gli stomaci più strong; ma se l’idea di fondo è ancora forte il resto, a cominciare dall’ingarbugliato intreccio, stempera un po’ la tensione  portando anche gli spettatori più attenti in leggera confusione.
In rete i rumor parlerebbero di un settimo film: sarà vero? Speriamo di no…

Angelo Passero

Angelo Passero, cinema, Kevin Greutert, martelive, martemagazine, Recensioni, Saw VI

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