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Vestire una storia: Christine Cristina

ileniapolsinelli
[DIMODA & DEMODE’]

ileniapolsinelliChi di voi,care Fashion Victim, non ha mai sognato di indossare un abito d’epoca? L’apparenza può sedurre, incantare e essere voce narrante di una antica storia. E’ il caso degli abiti firmati da Nanà Cecchi per il film di Stefania Sandrelli Christine Cristina in mostra al Museo Civico Medievale di Bologna dal 2 dicembre al 31 gennaio 2010.

Osservare costumi di scena non è così differente da leggere un racconto: ”I corpi sono irreali perché l’astrazione dei manichini ne cancella la fisicità, ma restano le forme, i colori, la 2070872955materia a testimoniare un mondo di verità” rivela la costumista che ha collaborato con noti registi come Pupi Avati e Bernardo Bertolucci.
L’esposizione Christine Cristina. Vestire una Storia attraverso l’immagine esplora un Medioevo in bilico tra verità e immaginazione, allo scopo di rendere evocativa la figura di Cristina da Pizzano, l’intellettuale protagonista della pellicola di Stefania Sandrelli presentata al Festival Internazionale del Film di Roma 2009 nella Sezione Fuori Concorso.

Poetessa di origine italiana che visse in Francia nel momento di passaggio fra il Medioevo e l’Umanesimo, Cristina fu la prima donna a vivere solo grazie alla propria penna guadagnando un posto d’eccellenza nella letteratura grazie al suo talento. Nanà medievale_mostra_vestire_una_storiaCecchi ne riproduce la semplicità e il rigore attraverso linee essenziali, trame leggere e impalpabili e scollature appena abbozzate. Austera e forte, nei disegni firmati dalla costumista che accompagnano gli abiti, la scrittrice è sempre circondata da libri, china sullo scrivano a gestire la corrispondenza o pensierosa e misteriosa figura con i capelli raccolti. Malinconica eppure dotata di grande fascino è avvolta da pesanti abiti in velluto, tessuto quasi mai decorato quasi un solo ornamento potesse intaccare l’algida perfezione della donna. Tonalità profonde come il blu o il viola si affiancano a momenti di leggerezza, macchie di azzurro o rosa cipria in un ritratto dallo stile semplice e mai sopra le righe. Nanà Cecchi utilizza il  linguaggio della poesia, l’espressività del colore, l’assenza della decorazione per tracciare i contorni di una donna troppo moderna per essere compresa, orientandosi verso un disegno in sottrazione. Elegante e mai eccessiva, questo è il consiglio di oggi, care Fashion Victim…

Sofia Mattioli

Christine Cristina, martelive, martemagazine, rubrica dimoda & demodè, Sofia Mattioli

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