Skip to main content

Di letto in letto

evakent
[L’ILLETTERATA]

evakentUgo Riccarelli, classe ’54, scrittore. Il suo Dolore perfetto ha vinto il Premio Strega nel 2004 e, tra gli altri riconoscimenti che gli sono stati attribuiti, ricordiamo il Premio Chianti nel 1996, mentre,  nel 1998, è stato finalista al Premio Campiello. Insomma, mica pizza e fichi!

La Voland nella Collana Intrecci, ha pubblicato recentemente una sua raccolta di racconti che va sotto il nome di DiLetto: di letto in letto scorrono le dieci storie più una (l’appendice, il racconto di un sogno) in una bellissima e originale raccolta di racconti, che è anche un’emozionante riflessione sul testimone orizzontale delle nostre vite.
Storie in cui la Storia si intreccia con la storia, in cui si parla velatamente e, perché no?, anche DiLettopoeticamente di attualità, quell’attualità che ogni giorno ci entra in casa e ci accompagna, ci sconvolge, ci emoziona e ci fa arrabbiare.
Nella raccolta di Riccarelli troviamo storie di quotidiane manie, di personali dolori, di gioie inaspettate, di lunghe attese, in uno stile lieve come una carezza prima di andare a dormire.
Il letto è il fulcro sul quale gravitano le vite dei personaggi che incontriamo: le loro paure, i loro dolori, il loro futuro, il loro passato si fondono insieme a questo pezzo di arredamento che, forse, più di tutti, è il simbolo della pace casalinga, e del suo paradosso: l’incomprensione.
Ed è così che il letto diviene calore domestico, culla per bimbi donati dal cielo, strazio di ospedale, motivo di lite tra bulloni, assi e viti da conficcare nel legno di un improbabile bricolage di coppia. Infine, è anche il sogno di un Dio stanco che scopre con invidia una creatura assonnata che si ritira nella propria stanzetta e decide di costruirsi un giaciglio nell’infinito.
Niente di che, solo un letto che si fa portavoce delle gioie e dei dolori degli uomini. Forse, però, da uno come Riccarelli, ci aspettavamo qualcosa di più: nulla da dire sullo stile lieve, morbido, che scivola sinuoso dalla prima all’ultima pagina, con quel sottile velo di inquietudine da indisposizione lieve che sparirà prima dell’alba. Niente da dire neanche sui racconti, che scorrono, si lasciano leggere e lasciano anche un’impronta di riflessione forte. Eppure manca qualcosa. Esistono romanzi, raccolte di racconti, che hanno di nascita un quid in più che li rende geniali, fino a renderli un elemento indispensabile della libreria casalinga. DiLetto è una buona lettura, scritta abilmente, ma che sembra non prendere mai il volo, una lettura dalla quale si esce rinfrancati anche se con l’impressione chiara che, uno scrittore così avrebbe potuto tentare qualcosa in più.

Ugo Riccarelli, DiLetto, Voland, pag. 113, € 13

Eva Kent (evakent.74@gmail.com)

DiLetto, Eva Kent, letteratura, martelive, martemagazine, Rubriche L'Illetterata, Ugo Riccarelli, Voland

Lascia un commento