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Circolo degli Artisti: Vinegar Socks, Rosalia De Souza, Quintorigo

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QUINTORIGO: l’acidità nella classicità

Quintorigo_2009-1_bnseppiaVenerdì 29 gennaio sul palco del Circolo degli Artisti di Roma riecheggiano suoni acidi e distorsioni incalzanti. E’ la musica dei Quintorigo, probabilmente una delle migliori band della scena nostrana che, con Le Origini Tour, ci riportano ai loro esordi ripercorrendo il meglio dei primi tre album: Rospo, Grigio e In Cattività. La loro particolarità risiede nella tecnica e nell’originalità di comporre una musica aperta a qualsiasi contaminazione. Non è semplice racchiuderli in uno stile e il termine eclettico si sposa benissimo con tutto ciò che, con intelligenza e sensibilità, producono.

Al romano Luca Sapio affidano l’arduo compito di “rimpiazzare” la splendida voce di John De Leo e, senza alcuna esitazione, possiamo affermare che la prova è superata.
Il concerto si apre con “Nero Vivo” e “Purple Haze” di Jimi Hendrix, in cui Sapio, ex Area, dà una prima dimostrazione di come la voce possa diventare uno strumento musicale.
Lui, uno dei massimi esponenti di “throat singing”, fa di ogni brano un caldo ed energico richiamo al black sound del rhythm and blues mentre i quattro romagnoli procedono con vertiginose scorribande aspre e distorte. Le molte improvvisazioni del sax di Valentino Bianchi, a cui la band sorride divertita, diventano una piacevole distrazione dalla perfetta esecuzione.

La scaletta è piena e il pubblico mai sazio. Durante “Bentivoglio Angelina”, “Kristo si” e “La nonnaquintorigo_color_25_DSC01304 di Frederik lo portava al mare” è impossibile non cantare a squarciagola e i Quintorigo accompagnano i testi con una carica improvvisamente rinnovata, è proprio vero che spesso è il pubblico a dare energia all’esecuzione.La matassa si sbroglia velocemente tra i vocalizzi di Sapio, che riesce a ritagliarsi qualche minuto di semplici dimostrazioni tecniche che lasciano senza parole tutti i presenti, e gli archetti dei fratelli Costa e di Stefano Ricci che si muovono senza sosta.
I Quintorigo possiedono delle capacità ritmiche invidiabili. Riescono a far vibrare qualsiasi oggetto possa produrre un suono, compresa la catenella in stile anni ‘50 sui jeans.Si congedano con un solo bis, lasciando i presenti ancora affamati e imploranti in un altro encore.
Un gruppo all’attivo da più di dieci anni, ma che ancora si emoziona al suono dei meritati applausi e il verdetto finale è quello di un gig da annoverare tra i migliori di questa stagione.

Paola D’Angelo

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