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Paolo Benvegnù e Modena City Ramblers al Circolo

Circolo

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Riportando tutto a casa Tour

ModenaROMA- Dopo aver visto per questo magazine i concerti reunion di Massimo Volume e 99 Posse, non avrei certo potuto sottrarmi stavolta dall’andare a vedere un’altra sorta di revival, quello dei Modena City Ramblers, ed il loro Riportando tutto a casa Tour. Un ripasso delle puntate precedenti più che una reunion, per una serie di concerti invernali, nei club, che riportano in giro per l’Italia l’album d’esordio della band emiliana.
Riportando tutto a casa
appunto, disco del lontano 1994, che ha reso celebre il gruppo a livello nazionale, con canzoni come “Ninna nanna” e “40 anni” e le cover di “Bella Ciao” e “Contessa”. Due cover poi divenute pasti rituali dei concerti in piazza, delle manifestazioni, e del padre dei tutti i concertoni: quello del Primo Maggio.

Riportando tutto a casa Tour è stato in programmazione a Roma, al Circolo Degli Artisti per due giorni, 15 e 16 dicembre. Due date per contenere il prevedibile afflusso di fan. Prevedibile comunque, ma in questo caso forse ancora più facilmente, per il probabile interessamento di nostalgici delle canzoni di un’adolescenza metà anni novanta, per brani che sono stati protagonisti di un momento italiano in cui circolavano contemporaneamente le Posse, i C.S.I ed il loro Consorzio Produttori Indipendenti ed i Massimo Volume.
La data a cui abbiamo partecipato è stata la seconda nel calendario romano dei Modena, quella del 16 dicembre. Piena, sotto il palco e sopra. Modena City Ramblers in formazione completa, senza Kaba e Betty, andati via poco tempo fa, e con Davide Dudu Morandi unica voce. In formazione lo storico fondatore Luciano Gaetani, apparizioni alle percussioni dei Nedd Ludd, e poi Ice Ghiacci, Fry, D’Aniello, Robby e gli altri.
Quasi due ore di live. Sul piatto ovviamente l’intero Riportando tutto a casa. Rigorosamente. Nessuna concessione alle tracce più recenti, a canzoni che non siano datate 1994. Qualche cover dei Pogues, insomma, una celebrazione delle origini, dell’idea madre che ha partorito con fortuna una band che è arrivata ormai a 15 anni suonati di pubblica carriera. Una band che si è inventata un sound ed un modo tutto proprio, misto di Emilia e di Irlanda, e che ha creato intorno a sé schiere di fedelissimi.
Bel concerto, accorato, sudato, con Davide Dudu Morandi sudato come un calciatore, e che forse all’inizio del live ha accusato dei rigurgiti a sorpresa, sparendo per qualche minuto dietro il palco, per poi tornarci sopra più bianco di prima, senza però intaccare performance e capacità di front man del gruppo.
Una buona serata pre- natalizia, berlingueriana, di sinistra. Della sinistra partitica, di sezione, cubana, emiliana. Perfetta per ritemprare, volendo, e ricompattare il Partito Democratico alla sua sorellastra sinistra, adesso extraparlamentare.

Corrado De Paolis

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