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Paolo Benvegnù e Modena City Ramblers al Circolo

Circolo

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Io e il mio amore Paolo Benvegnù

250px-Paolo_BenvegnROMA- Sabato 12 dicembre 2009 sul palco del Circolo degli Artisti la musica italiana indipendente di qualità ha fatto da padrona assoluta. Con l’evento Dissolution, Paolo Benvegnù – ex Scisma – ha chiuso su quel palco la sua tournée, iniziata a febbraio 2008 per promuovere il suo ultimo lavoro, Le Labbra, un vero piccolo capolavoro di musica e parole.
Accanto a lui sul palco, due ospiti d’eccezione: Manuel Agnelli, leader degli Afterhours insieme al violinista Rodrigo D’Erasmo. La presenza dei due ospiti è resa pubblica solo il giorno prima del concerto: e meno male, verrebbe quasi da dire, perché il Circolo era strapieno.
Il concerto, attesissimo dai fan e non solo, presenta un doppio set acustico ed elettrico, rivisitando alcuni classici dell’artista toscano e promuovendo il nuovo lavoro della band – i Paolo Benvegnù: Luca Baldini, Guglielmo Ridolfo Gagliano, Andrea Franchi, Igor Cardeti e Michele Pazzaglia –, l’ep 500.

Si comincia presto, alle 21.30. Entrano i musicisti: sassofono, sassofono soprano, tromba, violoncello, due violini, flauto traverso, tastiere, e Benvegnù con la chitarra acustica. Applausi.
La prima parte del concerto è intima, raccolta e allo stesso tempo partecipatissima dal pubblico.
Come fare a non cantare perle come “La schiena”, “Il mare verticale”, e “Cerchi nell’acqua”? E l’assenza di strumenti elettrici concentra ancora di più l’attenzione sulle parole, fondamentali e curatissime.
Benvegnù, entusiasta e divertito dal grande coinvolgimento, non esita a scherzare col pubblico, coi fonici e con gli altri musicisti.
Pausa. Un po’ troppo lunga, in realtà. Ma gliela abbiamo di certo perdonata tutti.
Si ricomincia con “500”, dall’omonimo ep, passando per la crudeltà del testo de “La distanza”, e una riproposizione in elettrico de “La schiena”.
Benvegnù è davvero galvanizzato, divertito e divertente. E annuncia a questo punto la presenza di Agnelli e D’Erasmo, che vengono accolti da una vera e propria ovazione. Agnelli si siede alla tastiera e inizia a suonare. “Ci sono molti modi” inonda le orecchie dei presenti come un’alluvione. Applausi.
Poi Benvegnù riprende la scena e propone un classico degli Scisma, “Rosemary Plexiglas”. Nostalgia e applausi.

Dopo Io e il mio amore, dalla compilation promossa da Manuel Agnelli Il paese è reale (19 artisti per un paese migliore?), Paolo Benvegnù lascia la scena al leader degli Afterhours, che imbraccia la chitarra elettrica e canta “La sottile linea bianca”. Altri, immancabili, applausi. Agnelli e D’Erasmo ringraziano, salutano ed escono.
Siamo quasi alla fine.
Si accende un lumino di malinconia con “Quando passa lei” per sola voce e chitarra; e si riconferma la grande abilità di Benvegnù di giocare con le parole in modo sempre originale e innovativo.
Lo stesso si dica per “Suggestionabili” che segue, forse uno dei più bei testi da lui scritti.
Applausi, saluti, fine.
Richiamati sul palco, Benvegnù e la sua band fanno un tuffo negli Scisma, per la precisione nel lavoro del 1999 Armstrong, riproponendo “Jetsons High Speed”, “Troppo poco intelligente” e “Tungsteno”.
Applausi, saluti, fine.
Stavolta sul serio, dopo più di due ore e mezzo di concerto, cosa rara.
Che dire? Concerto a tre voci (Scisma, Benvegnù, Afterhours) di altissimo livello, emotivo emozionante e coinvolgente.
La musica italiana è viva è vegeta, checché se ne dica.

Chiara Macchiarulo

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