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Closer: gli sguardi tradiscono più dei gesti

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[TEATRO]

TJCharity_Satiri_Closer171109__39ROMA- Due donne e due uomini, quasi tutti in carriera, si affrontano a colpi di dialoghi brillanti e rivelazioni tristemente scioccanti su un palcoscenico che, mettendo a nudo la loro personalità, li vede mescolarsi come carte da gioco.

Un giornalista di necrologi e aspirante scrittore di romanzi è Dan (Jonathan Silvestri) che si TJCharity_Satiri_Closer171109__47innamora prima di Alice (Emma Lo Bianco), una stripper a stelle e strisce in cerca di fortuna, e poi di Anna (Amy Briggs), fotografa dal fascino ammaliante che per sbaglio si innamora di Dan prima e dopo del Dottor Larry (Alex Mariotti), sono i protagonisti di Closer, commedia teatrale di Patrick Marber, trasformata poi in film da Mike Nichols e portata al Teatro dei Satiri di Roma da Douglas Dean in scena dal 19 al 22 novembre.
La trama viene trasferita sul palcoscenico in lingua originale e questo rende onore alla nostra Capitale per aver supportato lo sviluppo del teatro in lingua inglese che speriamo continui a dare frutti prosperosi come questi.
Quella che si apre allo spettatore è di sicuro una trama che potremmo definire contorta, ma sicuramente esilarante, farcita con facili isterismi e bugie con le gambe troppo corte. Inoltre, desiderio di rivincita e amore confuso con il sesso sono le parti salienti della commedia, che conta sulla bravura dei quattro attori sul palco, i quali regalano al pubblico momenti di puro spettacolo accolto da graditi commenti in sala.

TJCharity_Satiri_Closer171109__72La trama, ambientata a Londra, pone necessariamente a confronto le scelte di vita dei quattro protagonisti, i quali iniziano e finiscono in solitudine, come se fosse un gioco in cui vince chi perde per ultimo. Tutti sono vittime e artefici dei loro tradimenti, del loro continuo rivelarsi a vicenda attraverso frasi lasciate cadere e incontri furtivi: Dan con Anna, Anna con Larry, Larry con Alice (la cui vera identità rimane un punto interrogativo fino alla fine).
Il tutto viene condito da un continuo rincorrersi ed abbandonarsi senza dare la possibilità allo spettatore di abituarsi ad una condizione.
E’ questa una delle due caratteristiche di Closer, ovvero lo spaesamento emotivo dei protagonisti e di riflesso quello degli spettatori seduti a teatro.
La seconda consiste nel rendere al pubblico l’idea di continuità inserendo sul palco due scene contemporaneamente, di cui una è un flashback, un artifizio che oltre a rivelare i vari tradimenti, serve allo spettatore per confermare la labilità umana di fronte al desiderio di possesso e successo individuale in cui rimangono impigliati i protagonisti.
La solitudine si fa strada destreggiandosi tra amori troppo confusi e personalità troppo deboli per affrontarla seriamente. Avete presente quelle trame in cui i protagonisti sembrano recitare più degli stessi attori che li interpretano? In entrambi i casi, accomodatevi pure!

Eva Di Tullio

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