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L’Est in scena a Brest

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[CINEMA]

festivalBREST – Selezione artistica di pregevole qualità, impeccabile organizzazione, notevole partecipazione di pubblico e una punta di sciovinismo. Se volessimo condensare in poche parole un giudizio sul Film Court de Brest 2009, non ci si potrebbe esimere dallo spendere un elogio della 24a edizione di questo festival europeo dei cortometraggi, che si conferma uno degli appuntamenti più importanti del panorama europeo del settore.

40 cortometraggi in concorso all’interno della  Compétition Européeane, una categoria speciale – Cocotte Minute – riservata alle opere al di sotto dei 10 minuti, diverse sezioni speciali fra cui animazione, cinema bretone, retrospettive sui corti di Erich Rohmer e Fatih Akin, e tanto cinema dell’Est europeo per celebrare il ventennale della caduta del Muro di Berlino. E proprio da festival_2quest’ultimo focus A l’Est Toute!, sono scaturite alcuni dei lavori più interessanti che avrebbero meritato forse maggior spazio all’interno della competizione ufficiale.
I registi dell’Est hanno saputo deliziare il pubblico proponendo lavori di alta qualità tecnica e contenutistica. E’stato proposto uno sguardo a 360 gradi su una realtà che dal claustrofobico clima pre-’89 in cui si raccontano l’indigenza (come nel geniale corto bulgaro Omlette) e la disinformazione di regime, si passa al disincanto dell’era capitalistica, che porta con sé una falsa promessa di benessere e la disgregazione dei legami comunitari, come testimoniato dal polacco Universal Spring di Anna Karasinka.
Ma questi giovani registi hanno dato vita anche a proiezioni che hanno saputo coniugare spiccata originalità e pregevole fattura. Degni di nota sono l’opera della slovacca Jana Minarikova Navod na Pouzitie che analizza scientificamente le fasi dell’esistenza umana, realizzando una sorta di manuale d’istruzioni per gli alieni interessati alla vita sul pianeta Terra; così come la violenta e paradossale vicenda raccontata dal regista rumeno Mircea Nestor che vede come protagonista l’anti-eroe Tarantyno, uno dei personaggi più apprezzati dal pubblico del Festival.

audienceA conferma del periodo estremamente fertile che sta attraversando il cinema scandinavo, anche a Brest ancora una volta i registi nordici hanno confermato tutto ciò che di buono abbiamo apprezzato nelle manifestazioni cinematografiche degli ultimi anni.
Oltre alla consueta maestria nella fotografia e nella scenografia, inaspettatamente la maggior parte dei corti rappresentati al Festival ha impressionato anche per la vena comica delle opere. Trame originali e bizzarre che hanno conquistato il pubblico: su tutti, le peripezie dell’operatore ecologico di Sopla del norvegese Magnen Pettersen e le incredibili vicende dei personaggi di Slitage (vincitore del Premio Città di Brest) dello svedese Patrick Eklund.
La presenza del pubblico è stata veramente massiccia, impreziosendo l’ottimo lavoro realizzato dalla direzione artistica del Festival, alla quale dopo tutto si può perdonare una presenza eccessiva di opere francesi in gara (14 su 40) e la discutibile scelta del premio più prestigioso assegnato alla pellicola (francese!): C’est Gratuit Pour Les Filles.
Massimiliano Nardulli, che da due anni si divide fra  la direzione artistica del Festival di Brest e quello romano di Arcipelago, sottolinea con un po’ di rammarico il divario nel sostegno che una manifestazione di tal genere incontra in Francia: finanziamenti governativi, strutture logistiche, organizzative e successo di pubblico. Ed in tutta sincerità, questa differenza, si vede!

Claudio Aleotti

 

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