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Baarìa, anche per noi

Giuseppe-Tornatore

Cominciamo col dire che non sono uno di quelli che arriccia il naso se un’opera artistica è dedicata ad un pubblico più ampio ed ha la fortuna di essere enormemente pubblicizzata. Questo per fugare da subito le critiche al radicalscicchismo (scritto proprio così!), che non abita proprio da queste parti.

Giuseppe-TornatoreDetto ciò, con curiosità e con piacere (apprezzando da anni questo filone) mi son portato sulla via maestra del grande schermo a vedere il film campione di promozione di tutti i tempi: Baarìa.
Giuseppe Tornatore
, una serie di attori di alto livello, la colonna sonora di Ennio Morricone, facevano ben sperare, come pure l’inizio del film.
Ma ecco che passati i primi dieci minuti ci si accorge che qualcosa non va. Buona la fotografia, come pure le ricostruzioni storiche, ma si scorge, evidente, una incapacità di tenere insieme la storia che passando i minuti si appesantisce di vite già viste, di clichè iper-abusati fino ad annoiarsi. Si va stancamente avanti nel corso del film, ripercorrendo la storia della Sicilia, e dunque la storia italiana dagli anni del fascismo fino ad oggi. Troppi cambi di epoche, troppe comparse di attori famosi, fatti non per esigenze, ma per pura dimostrazione di posizione dominante. E soprattutto una sensazione di banalità, di approssimazione e di già visto che non ci aspettavamo da un grande autore come Tornatore.

Un film che possiamo definire tranquillamente come il riassunto degli ultimi 15 anni di cinema d’autore italiano con i rimandi (voluti o no ma comunque troppo frequenti) a film come I Cento passi (di tutta altra caratura), Nuovomondo, Placido Rizzotto, e addirittura allo splendido Nuovo cinema Paradiso, il film che ha reso noto al mondo la grande capacità espressiva di Tornatore.
Niente di nuovo quindi, ma un film costruito appositamente per i premi internazionali (candidato per l’Italia, manco a dirlo, all’Oscar come Miglior Film Straniero): all’estero avranno la possibilità di vedere un riassunto della storia italiana, raccontata grazie ad un riassunto della cinematografia degli ultimi anni.
D’altronde se addirittura il Presidente del Consiglio si scomoda in orari notturni a lui cari, per chiamare Marzullo con il solo scopo di promuovere il film (prodotto da Medusa per chi non lo sapesse), qualche motivo ci deve pure essere! E stavolta non c’entrano escort, intercettazioni e processi. Questo è puro business. E in questo campo il nostro premier, ci sa fare, non c’è che dire!

Danilo Grossi

Baarìa, cinema, danilo grossi, editoriale, martelive, martemagazine, Tornatore

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