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A tavola con l’Arte

Franco_Berdini_e_Marco
[ARTI VISIVE]

Franco_Berdini_e_MarcoROMA- Donatella e Carla Pinocci e Donatella Giordano, le fondatrici del marchio 100% Periferia, organizzatrici e curatrici del ciclo di esposizioni tenutesi durante il mese di Ottobre …alla Biblioteca Borghesiana di Roma Casilino 00133, con questa collettiva intitolata A Tavola con l’Arte (dal 23 al 31 ottobre)…

…non hanno semplicemente pensato di concludere il mese col botto, ma piuttosto hanno meditato e posto in essere una tavolata magari non proprio allegrotta, ma a carattere meditativo e disteso, piuttosto sofisticata, attorno alla quale si sono raccolti non comuni commensali, ma amanti dell’Arte illustri e meno illustri, tutti intenti a stabilire un parallelismo tra la buona tavola e la miscelanza di forme, colori e concetti che produce un’Opera.

Naturalmente non tutti coloro che hanno assaggiato l’insolito pasto erano artisti o intellettuali, ma Franco_Berdinil’atto della degustazione in questo caso aveva qualcosa di sacrale, dato che il piatto stesso che è stato servito era un’opera, concepita e realizzata come tale dal noto Maestro Franco Berdini, ex insegnante dell’Accademia delle Belle Arti di Roma con alle spalle più di vent’anni di insegnamento, che ha prima realizzato un video in cui illustra, genesi e sviluppo del progetto, in mezzo ad una fornitissima e calda cucina da Mago Merlino dell’Arte culinaria, e poi ha distribuito il corpo liquido e caldo di quest’opera stracotta a tutti coloro che volevano sentirla dentro di sè ed assaporarla con tutti i sensi acuiti in uno sforzo eucaristico di condivisione dell’ispirazione altrui e e dello Spirito universale della creatività. Non va dimenticato, infatti, che il Maestro è autore di un testo intitolato: Magia e astrologia nel Cenacolo di Leonardo, quindi si può facilmente cadere nel sacrilegio affermando che il piatto in questione è una opulenta zuppa di fagioli con pesce, bisognerà esprimersi invece, con termini più acconci, parlando di gioiello gastronomico che è il prodotto dell’ingegno umano di un uomo potentemente ispirato anche nel senso che respira gli effluvi della sua mistica cucina. Scrive Berdini: “Il cibo è un’icona per la bocca e la bocca è l’organo per l’analisi dello spazio, è un luogo senza luce, un contenitore magico, una fucina di lavoro, una stupenda sala di registrazione sonora”. Non esistono ufficialmente foto della pietanza non perché essa è sacra e non può es-sere immortalata (esiste infatti il video in cui il Maestro illustra le fasi della sua preparazione), ma piuttosto per evitare che i lettori di questo articolo cerchino di aumentare la risoluzione delle foto per poter risalire agli ingredienti. Dovrà bastarvi sapere che l’esimio Franco Berdini è partito da un disegno astratto dell’undicenne Marco Caprini, selezionato da una serie di elaborati degli alunni della scuola F.Ferrara, e interpretando l’immagine come raffigurazione onirica e segreta di una risacca marina bianca come la spuma e segnata da impronte indefinite di qualche creatura, è giunto alla concezione di una pozione magica densa di sapori, suggestioni e spezie, e ulterior-mente arricchita da pezzi di calamari immolati e carnosi corpi di cozze sacrificali!

La performance rituale, ovvero il pasto nudo nella sua prelibatezza tanto infinita quanto delicata, è giunta al termine della lettura pubblica delle poesie degli allievi della scuola F.Ferrara, compiuta dalla poetessa Ivana Mauro, autrice del canzoniere d’amore “Navigando il pensiero”, in un mo-mento intriso di lirismo pasoliniano, in cui le parole dell’emozione, miscelate insieme in un lin-guaggio fresco ma forte di riflessioni sincere, sono lievitate insieme alla realtà da cui provengono e che felicemente trasfigurano, sollevandola idealmente in un afflato che spinge il pensiero a cercare comunque la bellezza. Anche se vergate a volte disinvoltamente su fogli strappati dal diario scolastico, queste composizioni concentrano invece l’intimo sentire di questi ragazzi in uno sviluppo a volte sorprendente, come nella scoperta di un gioco culturale che trascende la scuola stessa. Claudia della II F si lascia proiettare tra instabili masse d’aria:“…Ali mi trascinano in un tornado/ che tutto teme/ ed il silenzio disturba la mia quiete/”. Daniele, poi, riesce a tracciare, con ardore immaginifico, il luogo cosmico in cui, dal Big Bang, si spargono felicemente le cromìe e sonorità, il respiro con cui si manifesta la vita come superamento della materia indifferenziata: “Una tempesta scaglia il suo colore sulla terra/…/ L’anima fa alzare marce di fuoco,/ un campo coltivato,/ è come la musica che sboccia/”. Scrive Ivana Mauro: “Se poi siamo alla ricerca di nuo-ve chiavi di lettura per interagire con lo “smisurato” cosmo dell’adolescente, denso di forza crea-tiva eppure troppo spesso intriso di inquietudine sobillata dal “mare placido” dell’indifferenza, forse, dovremmo visitare davvero tutti  questa “periferia”!!”

500px_bafefitA completare il panorama artistico di questo evento espositivo, altri autori erano presenti, tra cui Edoardo Aruta, che ha presentato “Pasto”, una serie di bastoni tribali creati con gesso e legno e sicuramente dotati di valenze magiche da sciamano, ed Emanuele Beltramini, con la serie foto-grafica PROGRESSIVE. Alle 11 lettere del titolo corrispondono ad 11 polaroids che hanno come soggetto sempre la ragazza alata e acefala del video INCIPIT (esposto durante la mostra InVolo), ma ogni scatto contiene tutti i precedenti come una matrioska, dice l’autore.

Mauria De Angelis ha esposto un olio su tela, Rivenire al mondo: il risveglio che rappresenta l’artista stessa già adulta, ma circondata dal liquido amniotico, quasi con-fusa in un risucchio embrionale, come se stesse preparandosi ad una nuova vita. destinata allo spazio infinito esterno alla tela.

Elisabeth Frolet, nata in Madagascar nel 1954, ha un curriculum internazionale, ricco di titoli, pubblicazioni e realizzazioni artistiche tra Giappone, Francia, New York ed Italia. Manuscrit Noir è il video che ha esposto alla collettiva, insieme ad un servizio di piatti e tazzine in ceramica. Nel filmato si leggevano parole dipinte, verità dissolte da transizioni video che simulano la bruciatura della pellicola mentre pastelli ed acquerelli annegati nel bianco della carta, emergono “nel pozzo della mia anima”.

Donatella Giordano espone due opere a penna su carta. Su uno sfondo intessuto in una fitta rete di segni si staglia Gusto, la porzione di un volto in primo piano che mostra una bocca spalancata, a mostrare la propria intimità. In Impronte invece si leggono tracce visibili della propria esistenza, macchie di inchiostro, linfa, attorno ad una mano affusolata, intenta forse, azzardiamo noi, a districare le pieghe d’un ricordo appiccicaticcio, che a toccarlo ancora mugola.

Antonio Greco, attivo tra Roma e Siracusa, espone il dipinto Tram, la proposta, “in ambiente metropolitano caratterizzato da una asetticità metafisica e un certo sapore di realismo magico”, di “un tram carico di sordo silenzio”.

Raffaele “Bafefit” Iodice, originario del Salento, da sempre attratto dagli oggetti e da sempre inorridito dalla frase della madre “se non rimetti le tue cose al loro posto butto tutto via“, con la sua anima riciclante inizia ben presto a conservare soprattutto ciò che è deliziosamente inutile. Dal 2004, grazie ai consigli di ricamo della madre, che così si riabilita alla grande, inventa i “Mostracci”. Queste creature imbottite richiamano le favole ed il mondo della fiaba, grazie alla vena affabulatoria dell’autore, che estremizza, ciascuno con una storia diversa, la personalità eccentrica di questi unici cuscinetti antistress.

Andrea Liberati, stavolta esponeva un’opera dal titolo Caro Vincent…il tuo Giotto, consistente in fotocopie d’un disegno di Van Gogh privo dei colori, che i visitatori sono chiamati a ripristinare usando pennarelli “Giotto”.

Francesco Morgante e Renato della Poeta hanno esposto dei calchi di fette di pane ed uno di essi contiene la stessa fetta che ha fatto da matrice, imprigionata nella pietra come se fosse una sorta di crostino pietrificato che urla “Mangiami-mangiami” ma con un vocione tonante da divinità mesopotamica; il lavoro infatti si inserisce nel filone dell’esoterismo gastronomico, abbracciato – come abbiamo visto – da Franco Berdini.

Di Carla Michela Pinocci abbiamo ammirato l’arazzo rustico sfrangiato, mentre Carla e Donatella Pinocci, insieme, nelle vesti di artiste, hanno mostrato una produzione estremamente gradevole di vasellame, in vista non solo della degustazione prevista per l’inaugurazione, ma anche di qualunque simposio neo-platonico e anche per qualche spuntino conviviale tranquillo.

Paul Vintage (Paolo Petrangeli), giovane artista originario dell’Umbria delle fate e degli elfi, vivePaolo_Petrangeliopere di questo mondo fantastico, che trasporta su carta o sulla tela insieme ai suoi soggetti dagli occhioni sognanti e malinconici che con la loro tenerezza cercano di ingannare il tempo dei rimpianti precoci e dei sogni infranti. I dettagli a volte connotano in senso post-punk un’atmosfera fiabesca che resta in fondo incapsu-lata in un’ansia da decadenza, tipica delle ere di frontiera.

Massimo Piunti si è distinto con un’installazione notevole, articolata in diversi pannelli intelaiati in legno bianco, che racchiudevano delle scolature nere, irregolari ma ben calcolate, che pare siano state ottenute con catrame, usando una tecnica una tecnica originalissima, timbrica e incisiva negli effetti, tra i quali annoveriamo fili d’erba nera ed anche un ramage sottilissimo, come il reticolo di vene dell’interno d’una pianta grassa.

Quanto al sottoscritto, il7, nome d’arte di Marco Settembre, è artista poliedrico, dicono gli osservatori ben disposti. Nel tempo si è dedicato a pittura, grafica, video, fotografia e letteratura. il7__opereLaureato con lode in Sociologia con una tesi sulla video arte, e già premiato nel 97 al concorso comunale “L’Arte a Roma”, ha presentato quattro fotografie della serie Il pesantume della sbraco-fisica. Gli scenari periferici mostrati sono prove di una negatività perenne la cui presenza viene dimostrata con l’arma dell’ironia surrealista, che pervade sia la pittura de il7 che, ancor di più, la sua scrittura.

Paolo Soriani, laureato in Storia dell’Arte Moderna, ha realizzato foto di architettura per varie pubblicazioni ed ha collaborato alla realizzazione di copertine di diversi artisti e gruppi musicali. Ha esposto un suo scatto in bianco e nero che mostra musicisti ritratti in un manifesto consumato affisso su una lamiera ondulata.

Andrea Trisciuzzi, ha messo in mostra un suo pezzo che vive del contrasto tra una zona fitta di elementi materici puntuti e colorati in legno, simbolo delle avversità della vita, e un pattern di tratti incisi su una sorta di pasta argentea, con una cromia perfettamente coerente, e che sono la trasposizione su superficie piana delle suddette asperità.

Il_7 – Marco Settembre

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