Jazzando 2009
Sperimentalismo sentimentale e furioso: III serata (I. Castellani)
12 giugno 2009: terza serata per il festival Jazzando.
I nomi chiamati a esibirsi sono davvero interessanti. Si apre la serata con El Ectric Leak feat. Carla Bozulich. I primi sono un estroverso quartetto jazz contaminato dalle più ampie influenze, che riesce a intrecciare suoni di tromba, fortemente etnici ma con divagazioni anche sul classico, con piccole tastiere giocattolo, l’organo con il contrabbasso suonato in maniera folle e la sessione ritmica che avvolge delicatamente ma in maniera decisa tutti gli altri strumenti. Le session proposte si dividono in due parti delle tre che si possono ascoltare dal loro ultimo lavoro inciso a nome El Ectric Leak. Jam particolari, toccanti, divertenti, inebrianti. La voce viene poi affidata a Carla Bozulich, donna dall’animo oramai concesso ad un soul marchiato a fuoco dalla propria vita, dalle proprie esperienze traumatiche, dalla tossicodipendenza, dalle depressioni croniche. Ne esce un cantato che sprofonda sia nel suo lato più oscuro sia in quello più luminoso della sua natura: veramente commovente.
Il secondo gruppo, già conosciuto per aver collaborato con la regista Cristina Comencini per varie colonne sonore dei suoi film, quali La bestia nel cuore e Bianco e Nero, si avvale di forti atteggiamenti quasi egoistici per riuscire a esprimere e suonare qualcosa di veramente particolare. Sono i Chat Noir, trio romano che cerca di esplorare atmosfere particolari, suggestionanti, cercando di far calare l’ascoltatore in un mix fra tensione e calma. Sembra quasi che tutto debba suonare come una fiaba, tralasciando per certi versi la vena jazz, riuscendo a direzionarla su derive d’avanguardia, ma lasciando alla base quel concetto di interazione che è proprio e solo dei musicisti jazz. Molto bravi.
Ultimo gruppo, sfortunato per il poco pubblico che se ne è andato dopo il concerto del gruppo precedente (comportamento opinabile direi), gli Existenzial Matron Monster. Sperimentali, a tratti furiosi, eleganti nei suoni, ma essenzialmente pazzi nella composizione. Il free jazz progressivo, ben suonato e ottimamente coordinato che ne esce, spiazza molto l’ascoltatore portandolo ad assaporare la loro musicalità particolare come si assapora un vino di ottima qualità. Peccato davvero per coloro che se ne sono andati!
(Iacopo Castellani)