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Depeche Mode live in Roma: in 50.000 all’Olimpico

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[MUSICA]

depeche_mode_tour_of_the_universe_2009_bannerROMA- Martedì 16 giugno stadio Olimpico, in 50.000 presenti per uno dei concerti evento di quest’estate con il ritorno dei Depeche Mode nel loro Tour of the Universe 2009.
Una band dalla storia pluriennale in tour in tutta Europa per l’uscita del nuovo album Sound of the Universe, disco che potremmo definire “un ritorno alle origini” in cui l’elettronica – genere che negli anni li ha portati a esserne considerati i precursori – è la prerogativa principale.
Il terzetto inglese si è esibito in uno spettacolo di oltre due ore in cui i migliaia di fan presenti allo stadio hanno potuto godere della visione totale dell’evento, grazie a tre enormi schermi posti intorno al grandissimo palco.
Gli spettatori hanno partecipato a un evento imperdibile in cui i Depeche non si sono risparmiati, riuscendo ad accontentare l’intero pubblico dando ampio spazio a tutto il repertorio più conosciuto. L’inizio è stato un’introduzione ai brani contenuti nell’ultimo lavoro, a tratti un po’ lenti ma emotivamente meravigliosi, sicuramente da assaporare: questa parte del live è stata quindi dedicata principalmente gli amanti del sound eighties.

Ma i Depeche Mode non potevano deludere gli appassionati di sempre, coloro che sono cresciuti al suono degli storici album: People are People, Violator, Music for the masses ecc. Allora via alle canzoni che hanno reso la band celebre in tutto il mondo, che hanno fatto da colonna sonora a una generazione, e non solo: “Walking in my shoes” , “I feel you” , “Master and servant” e “Strangelove”. Il picco delle emozioni si è però raggiunto con “Home”, cantata magistralmente da Martin Gore accompagnato soltanto dalla sua chitarra, con  “Personal 15785-depecheJesus” e “Enjoy the Silence”, brani che i presenti allo stadio hanno cantato a squarciagola, tutti, nessuno escluso.
Dave Gahan completamente ripreso dalla malattia (poco tempo fa gli è stato diagnosticato un tumore) ammicca al pubblico, afferra l’asta del microfono e la fa roteare furiosamente, ci delizia con la sua voce calda e sensuale e si muove sul palco come un puma in cattività.
Purtroppo a tratti sembrava di assistere al concerto di una boy band con momenti di isteria da parte del pubblico e ragazzine che si gettavano per terra in preda a crisi di pianto. Sicuramente scene da osservare divertiti, poiché sappiamo bene che l’adolescenza e gli sbalzi ormonali a volte giocano brutti scherzi.

Il live si è concluso con una serie di duetti di Gahan e Gore con cui donano, in un dialogo musicale, un pezzo della loro intimità e della loro amicizia.
Un abbraccio, dei sorrisi e tanta commozione tra Dave Gahan, Martin Gore e  Andrew Fletcher: i Depeche Mode sono sempre una realtà affermata che speriamo si prolunghi, senza forzature, il più possibile nel tempo.

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