Are you ready for rock’n’roll?
[MUSICA]
ROMA- Martedì 9 giugno sul palco dell’Alpheus di Roma una voce, rivolgendosi verso il pubblico in sala, chiede: “are you ready for rock’n’roll?“.
Migg Jagger in gonnella, un’iguana con calze leopardate, scatenata, incontenibile, ma soprattutto sexy da mozzare il fiato: lei è Juliette Lewis voce e leader dei The New Romantiques.
Il quintetto è nella capitale per il tour di presentazione del nuovo album: Terra Incognita, in uscita per la fine di quest’anno.
Molte le sorprese contenute nel nuovo lavoro in studio, per citarne alcune, è stato prodotto da un “certo” Omar Rodriguez-Lopez mente e chitarra dei Mars Volta duo punk prog bidimensionale (così i più li definiscono) di grandissima fama.
Ma la sorpresa più grande è stata scoprire la partecipazione di colui che è considerato uno dei migliori batteristi viventi: Dave Eric Grohl, ex Nirvana e attuale leader dei Foo Fighters. Inizialmente l’ex Nirvana si unisce al gruppo per realizzare un paio di demo, ma successivamente, innamoratosi del progetto, parteciperà all’intera realizzazione dell’album (peccato per la sua assenza dalla tournèe).
La band ci propone un live concentrato su due linee: una di derivazione hard rock statunitense e in particolare dalla città che ha dato i natali agli Stooges, Seattle, e un’altra più introspettiva in cui la cantante, oltre a palesare la sua sicurezza e sensualità, dà prova di ottime capacità vocali con un timbro graffiato e sospirato.
La Lewis, che non ha mai nascosto di ispirarsi a Iggy Pop leader degli Stooges, band considerata la madre del punk rock anni’70, si contorce e urla fino a gonfiare le vene del collo esattamente come Iggy l’iguana, mentre il groove e i riff dei The New Romantiques sono impregnati dal sound dei fratelli Asheton.
La rocker ha soddisfatto le aspettative dei suoi fan macinando, dal primo all’ultimo, brani da lei stessa definiti “groovy”. Nell’esecuzione dei nuovi pezzi purtroppo non c’è grossa separazione. Risultano ridondanti e di minore efficacia rispetto all’album precedente You’re Speaking My Language ma, come afferma Stefano Bollani in una recente intervista in cui parla dell’autocritica del musicista e del ruolo del critico musicale: “i giornalisti , a volte, hanno l’idea un po’ peregrina che ogni disco debba essere una pietra miliare e un’evoluzione rispetto al precedente. Ma un disco è un passaggio […] è la teoria dell’evoluzione…“.
Speriamo che questa evoluzione porti Juliette And The New Romantiques ad approfondire quello che sanno fare meglio: il rock’n’roll.