Cuartetango: omaggio ad Astor Piazzolla
[MUSICA]
ROMA- Lo scorso 17 aprile ha partecipato all’iniziativa del XII Municipio di Roma I venerdì al Santa Chiara il Cuartetango. Da una parte una platea straboccante dall’altra quattro straordinari musicisti che con una formazione cameristica hanno interpretato il genio di Astor Piazzolla e non solo.
Tutto il concerto è stato esaurientemente spiegato permettendo così al pubblico di avvicinarsi ad una musica di grande ricchezza culturale e di alto livello ormai molto amata anche in Italia.
Luis Gabriel Chami al pianoforte, Raul Dousset al flauto, Giuliano Bisceglia al violino e Gianfranco Benigni al violoncello rompono l’attesa iniziale con un tango tradizionale, “Tinta Roja” di Piana. Fino a qui tutto bene: buona musica, sonorità e ritmo tipiche del genere, musicisti senz’altro di alto valore. Ma è solamente dopo, con “Primavera Porteña”, che finalmente appare chiaro alle orecchie di tutti che cosa ha comportato la musica di Piazzolla per il tango argentino. Afferma Raul nelle sue spiegazioni: ” Piazzolla ha trasformato il tango, anche se insisteva a dire che era tango anche il suo“, ma la ricchezza dei sui brani, sia a livello armonico che ritmico, fanno subito riconoscere il genio indiscusso e quella sua marcia in più che ha dato al genere la possibilità di elevarsi a musica anche solo d’ascolto e non per forza ballata. Eppure la storia di Piazzolla come quella di ogni talento che ha apportato un cambiamento significativo è stata caratterizzata dalle difficoltà e dai contrasti dei tradizionalisti: “una volta dopo un concerto – ci racconta Raul– un giornalista gli chiese se finalmente poteva suonare un tango,e questo suscitò l’ovvia ira del genio“.
La lezione-concerto segue alternando brani anche celebri del maestro a quelli di altri autori come Juan De Dios Filiberto e Julien Plaza. I quattro esaltano il tango con la loro eleganza passando dai toni più emotivi e commoventi di “Adios nonino” che il genio dedicò al padre morto, a “Esqualo”, che Piazzolla si dice scrisse con questo ritmo incalzante per mettere alla prova il bravissimo violinista Paz (ma anche Bisceglia vince la sfida!).
Lo stesso Daniel figlio del grande compositore ha più volte espresso pareri lusinghieri ascoltando Cuartetango fino a dichiarare: “Mio padre sarebbe fiero di voi!” .
Si sente il lavoro di ricerca fatto sui brani che il gruppo cameristico riesce ad arricchire di ulteriore eleganza attraverso la bellezza del suono, l’equilibrio tra gli strumenti e una grande sintonia nel ritmo e nell’intenzione. La prova del nove di questo tentativo di creare un “loro” Piazzolla è il brano “Concierto para quinteto” eseguita quasi paradossalmente in quattro pur lasciando ogni caratteristica identitaria del pezzo. Infine i ballerini Lorella Appolloni e Massimiliano Malerba della Scuola di Tango Argentino fanno da cornice a un quadro già perfetto così com’è, ballando in un trionfo di passione su “Oblivion” e poi su “Libertango” concessa come bis a un pubblico entusiasta.
Noi siamo riusciti a fare qualche domanda ai musicisti, sentiamo cosa ci hanno detto…
Come è iniziato questo vostro progetto?
Luis Gabriel Chami: Io e Raul ci siamo conosciuti a Roma, ma entrambi siamo di Buenos Aires, siamo venuti a Roma per continuare gli studia a fine anni ’70, poi abbiamo conosciuto Gianfranco il violoncellista e poi il violinista, ognuno di noi veniva da esperienze diverse però classiche.
Ma come avete deciso di dedicarvi al tango e in particolare a interpretare Piazzolla?
E’ stato l’incontro con Daniel Piazzolla e la sua decisione di darci queste partiture autografe del padre: erano scritte per quintetto, per la formazione che Piazzolla utilizzava, noi li abbiamo riarrangiati per quartetto. Non siamo un quintetto, la gente quando pensa a Piazzolla ha l’immagine di quella formazione, del bandoneon, ma noi non vogliamo copiare, io penso che il genio non si può copiare, infatti la nostra è una formazione tipicamente classica, praticamente cameristica, eppure nonostante ciò i brani non perdono assolutamente la propria identità. Poi per allargare il repertorio e per rispondere alle richieste abbiamo deciso di dedicarci anche ad altri compositori di tango.
Che riscontro ha Piazzolla verso il pubblico e il tango in generale, sono amati entrambi o il tango viene amato anche grazie e soprattutto a Piazzolla?
Quella di Piazzolla è una musica molto emotiva, arriva direttamente al pubblico ed ha un riscontro sicuramente positivo. Ma il tango in generale ha avuto un boom incredibile, il ballo si è diffuso molto e viene molto apprezzato dalla gente, un riscontro che tempo fa sarebbe stato impensabile.
E voi come vivete questo connubio tra ballo e musica, non vorreste che il tango venisse apprezzato soprattutto come musica d’ascolto?
Durante il concerto i ballerini hanno ballato su “Oblivion” così come si balla su un pezzo tradizionale, questa lotta tra ballo e musica è finita tanti anni fa con Piazzolla stesso, una cosa non esclude l’altra!
E come crede che evolverà il tango, dopo l’apice di Piazzolla?
In Argentina ci sono tanti giovani che si sono avvicinati al tango, tanti strumentisti, arrangiatori e compositori che venti anni fa non si potevano immaginare, alcuni bravissimi. Sicuramente ci sarà un’evoluzione, ci sarà un seguito, il tango non può morire.
(per saperne di più e per conoscere le date dei prossimi concerti : www.cuartetango.it; www.myspace.com/cuartetango)
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