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CortiCircuito all’Absinthe’ Pub

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absinthe[CINEMA]

 Manca poco più di un mese all’avvio del MArteLive 2009 (28 Aprile-2 Giugno) e le serate di preselezione al concorso che ospiterà nuovi autori emergenti si protrarranno con entusiasmo fino al 20 Aprile.
Giovedì 19 Marzo l’Absinthe pub, meglio conosciuto per i suoi cocktail a base di assenzio, ha accolto la rassegna di cinque inediti cortometraggi grazie al supporto di due televisori al plasma da 42 pollici e un ampio proiettore.

Appena il locale ha iniziato a riempirsi, è stato sancito l’avvio della kermesse con il già noto La Faida di Giorgio Galieti, una delle migliori scoperte dello scorso anno, che si è riproposto per il 2009 con La Faida 2, proiettata però a fine serata. Entrambi i corti, ricchi di ironia, hanno spiazzato lo spettatore con la loro ambiguità di significato e ne hanno reso gradevole la visione. C’è da aspettarsi il terzo atto della Faida, che invece di Faida 3 sarà Fai da te, legandosi inevitabilmente al tema del bricolage.

Il concorso vero e proprio, che dà la possibilità a tutti i corti pervenuti di essere presentati al pubblico, inizia quindi con Water Closet (la rivoluzione dei nostri tempi) di Renata Redona. Partendo da un’idea nata durante una discussione casalinga tra studenti universitari è stato realizzato un ironico documentario sulla storia del gabinetto, con sistema di scarico annesso. Le scene, girate anche grazie alla disponibilità di alcuni spazi del Villaggio Globale di Roma, fanno leva su un costante montaggio che incorpora sequenze tratte dal film Trainspotting e Non ci resta che piangere.

Gianluca Bellizia ha invece presentato Virginia, un progetto volutamente ambiguo che tratteggia le linee di un amore che non finisce dopo la morte. Una storia fatta di immagini e di suoni, di frammenti onirici e di scene surreali.

A seguire l’opera L’ultima volta della regista teatrale Rita Gatti, la quale, gestendo bene gli attori della sua compagnia, ha adattato l’idea di un racconto del co-sceneggiatore ad un breve film dall’alto tasso di suspance e circolarità degli eventi.

Un titolo impegnativo per il lavoro di Sara Ker, Le abiure silenziose (autodafé n°5). Sara si è avvalsa dell’aiuto della scuola di cinema che frequenta, la Nuct, ed è riuscita a tratteggiare il profilo di un ragazzo in lotta con se stesso e che vuole farsi assolvere da un fantomatico prete posto al di qua della telecamera, fissa sul soggetto.
Le iscrizioni al concorso sono ancora aperte, ma intanto noi ci facciamo un’idea delle diverse modalità di regia che i giovani autori ci propongono e pensiamo ad un favorito che possa emergere davvero.

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