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Udienza di Vaclav Havel

[TEATRO]

Al Piccolo Eliseo di Roma è in scena fino all’8 febbraio, per la regia di Pietro Bontempo, Udienza, un’opera di Vàclav Havel, scrittore, drammaturgo nonché uomo politico tra i più importanti dello scorso secolo.
Nello sgangherato e squallido ufficio di una fabbrica di birra, il giovane drammaturgo Vanek (interpretato dallo stesso Pietro Bontempo), perseguitato dal regime come intellettuale dissidente e costretto per sopravvivere a lavorare spingendo barili di birra, viene convocato dal suo capo (Roberto Abbati) per quella che sembra essere una chiacchierata amichevole, ma che potrebbe rivelarsi una specie di interrogatorio.


Intervallato dai vuoti e dai pieni delle bottiglie di birra scolate e delle conseguenti visite al bagno del capobirraio, il colloquio tra i due è mirabilmente costruito con una geometrica struttura di ripetizioni ritmiche di schemi, di frasi e di movimenti, le cui sfumature più tese o sinistre sono accentuate dalla modulazione della luce.
Il dialogo, reale e grottesco con forti tratti di umorismo, dà vita al dramma e offre lo spunto all’autore per illustrare, senza pesantezza, gli spietati meccanismi che portano un regime totalitario a reprimere le libertà individuali, manipolare la vita degli uomini e trasformarli in delatori, vittime e carnefici.

Un uomo non diventa “dissidente” perché un giorno decide di intraprendere questa stravagante carriera, ma perché la responsabilità interiore, combinata con tutto il complesso delle circostanze esterne finisce per inchiodarlo a questa posizione: viene sbattuto fuori dalle strutture esistenti e messo in opposizione alle stesse.”
Vàclav Havel, infatti, fu bandito dal teatro sull’onda della repressione seguita alla fine della Primavera di Praga nel 1968 ed iniziò allora un’intensa attività politica, culminata con la pubblicazione del manifesto Charta 77. Il suo attivismo politico di dissidente gli costò anche cinque anni di prigione. Sostenitore appassionato della non-violenza, è stato uno dei leader della cosiddetta Rivoluzione di Velluto del 1989 e, dopo le prime libere elezioni del 1990, è stato l’ultimo presidente della Cecoslovacchia ed il primo presidente della Repubblica Ceca, dopo la scissione.

Scritto nel 1975, Udienza fu ispirato da un’esperienza autobiografica dello stesso autore che, radiato dall’Associazione degli scrittori cecoslovacchi e perseguitato dal regime, come tutti gli intellettuali dissidenti, fu costretto, da una legge che imprigionava chi non aveva un’occupazione, a lavorare proprio in un birrificio, per rendere un servizio utile alla società piuttosto che gravarla del peso di un inutile intellettuale borghese. L’opera, naturalmente inserita tra le ‘letture proibite’, ebbe un grandissimo successo e un’enorme diffusione in Cecoslovacchia, anche se non vi fu mai rappresentata.
In questa versione italiana, l’interpretazione di Bontempo è ottima e la sua regia decisamente impeccabile e ben calibrata. Molto bravo anche il capobirraio Abbati.
Da vedere, per tanti motivi…

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